Passati due testi: uno del Pd favorevole alla sovranità ai palestinesi, e uno di Ncd che parla solo di impegno per un'intesa politica fra le parti. Ambasciata Israele: “Non li sostenete, ottima scelta”. Speranza: “2 popoli 2 Stati”. M5s: "Vergognoso bluff del governo"
Riconoscimento della Palestina sì, ma anche no. Il governo si dichiara favorevole, ma la maggioranza è divisa alla Camera. Nel giorno in cui l’aula di Montecitorio è chiamata a votare, Partito Democratico e Nuovo Centrodestra hanno presentato due documenti diversi: la mozione Area popolare e Ncd non prevedeva espressamente il riconoscimento, a differenza di quella del Pd che era invece esplicita. Ed entrambe sono state approvate a Montecitorio: 237 sì e 84 no per la prima, 300 favorevoli e 45 contrari per la seconda.
Il cortocircuito emerge dalle reazioni al voto – Una votazione accolta favorevolmente dall’ambasciata israeliana a Roma, soddisfatta della “scelta del Parlamento italiano di non riconoscere lo Stato palestinese e di aver preferito sostenere il negoziato diretto fra Israele e i palestinesi, sulla base del principio dei due Stati, come giusta via per conseguire la pace”. In realtà, però, è soltanto la mozione Ap e Ncd che non si schiera a favore del riconoscimento. Tant’è che in un tweet Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, registra un altro risultato: “Oggi è un bel giorno per il Parlamento. Approvata mozione per il riconoscimento della Palestina. #duepopoliduestati“.
I deputati M5S delle Commissioni Esteri e Difesa, invece, vedono nell’approvazione dei due testi “un bluff vergognoso da parte del governo, che ha votato due mozioni dal significato e dal valore diametralmente opposto sul riconoscimento dello Stato di Palestina, negando ancora una volta il sacrosanto diritto di esistere ad un popolo che da 67 anni attende giustizia”. Parere negativo anche da Nichi Vendola secondo cui “per le solite furbizie di Palazzo e per le ambiguità di questo governo, l’esecutivo e parte del Pd” hanno “contribuito a far approvare un documento contrastante. Una furbizia, un giochino che si potevano risparmiare su una vicenda maledettamente seria come questa”.
Video di Irene Buscemi
A sottolineare la contrapposizione dei due testi erano intervenuti prima del voto i due esponenti della minoranza dem Stefano Fassina e Pippo Civati. Per l’ex viceministro dell’Economia l’ok governo alla mozione Ncd è stata una decisione “ridicola”, perché il testo era contrario alla “nostra mozione. Io – ha proseguito – la mozione di Ncd non la voto e non la votano neppure molti parlamentari del Pd”. “Voterò sì alla risoluzione del Pd sulla Palestina perché va bene – aveva poi aggiunto Pippo Civati – non voterò di conseguenza né quella di Sel né quella di Ap. E’ chiaro che avrei preferito una risoluzione unica ma non mi sembra il caso di drammatizzare”.
Gentiloni: “Diritto dei palestinesi a un loro stato” – A sostenere la mozione dem anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, secondo cui “c’è il diritto dei palestinesi a un loro Stato e il diritto dello stato di Israele a vivere in sicurezza di fronte a chi per statuto vorrebbe cancellarne l’esistenza. In questo quadro il governo valuta favorevolmente l’impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per riprendere il negoziato tra le parti”.
Le due mozioni – La mozione Ap e Ncd non prevede espressamente il riconoscimento diretto della Palestina. Impegna il governo “a promuovere il raggiungimento di un’intesa politica tra Al-Fatah e Hamas che, attraverso il riconoscimento dello stato d’Israele e l’abbandono della violenza determini le condizioni per il riconoscimento di uno stato palestinese”. La mozione del Pd è invece esplicita sulla strada del riconoscimento dello Stato palestinese. E impegna il governo “a continuare a sostenere in ogni sede l’obiettivo della Costituzione di uno Stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo stato d’Israele, sulla base del reciproco riconoscimento e con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo”. C’è quindi l’impegno per il governo a “promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello Stato di Israele”.
La scorsa settimana le forze politiche erano frammentate in maniera diversa: Sel e la socialista Pia Locatelli avevano presentato due mozioni che impegnavano il governo al riconoscimento. Il testo della deputata socialista era stato firmato anche da 32 dem, ma oggi la Locatelli ha annunciato il ritiro della propria mozione chiedendo ai colleghi di condividere quella del Pd: “L’impegno del governo a promuovere il riconoscimento dello Stato della Palestina è un importante contributo per superare lo stallo del negoziato e favorire il processo di pace”, ha detto la parlamentare.
Cosa succede in Europa – Il 14 ottobre 2014 la Camera dei Comuni del Parlamento inglese approvava una mozione con cui chiedeva al governo inglese di riconoscere lo Stato palestinese “per garantire una soluzione negoziata in Medio Oriente”. Il 30 ottobre la Svezia aveva riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina: il premier Stefan Löfven definiva la decisione una “priorità” della sua coalizione di centro-sinistra. Il successivo 18 novembre il Parlamento di Madrid approvava all’unanimità una risoluzione per il riconoscimento. Il 2 novembre a votare a favore del riconoscimento era il parlamento francese: con 339 voti favorevoli, 151 contrari e 16 astenuti, l’Assemblea di Parigi dava il via libera alla mozione non vincolante che dovrà essere resa esecutiva dal Governo di Manuel Valls.