Il capitano dei ducali ha comunicato la decisione all'uscita dal centro sportivo di Collecchio: "Abbiamo chiesto alla Figc il rinvio. Non ci sono le condizioni". Tavecchio dà l'ok. Pignorato lo spogliatoio della squadra
Domenica il Parma non scenderà in campo. I giocatori hanno chiesto alla Federcalcio il rinvio della partita contro il Genoa. “Non ci sono le condizioni per cui noi riusciamo ad andare in campo – ha spiegato il capitano Alessandro Lucarelli all’uscita dal centro sportivo di Collecchio – La Lega ha fissato un’assemblea il 6 marzo e vediamo cosa delibereranno”. Fino ad allora i calciatori hanno deciso di aspettare. Senza scendere in campo. E se Federcalcio dovesse rifiutare la richiesta di rinvio, la squadra sciopererà: “Non vogliamo falsare il campionato, ma chiediamo di rinviare la partita perché non siamo nelle condizioni di giocare”. In ogni caso, il match non si giocherà, questa per ora l’unica certezza sul futuro imminente del Parma. Poco le dichiazioni di Lucarelli, il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha dato l’ok al rinvio della partita.
La decisione arriva proprio nel giorno in cui Lucarelli, il mister Roberto Donadoni, Massimo Gobbi e Antonio Mirante hanno incontrato i magistrati in Procura, convocati dai pm che stanno seguendo l’inchiesta sul Parma Football club con l’ipotesi del reato di bancarotta fraudolenta, come persone informate dei fatti. È anche il giorno in cui il presidente Gianpietro Manenti è atteso in municipio per un incontro, più volte rimandato, con il sindaco Federico Pizzarotti per dare certezze sulla situazione societaria. A Collecchio però non si è visto nessuno, se non altri ufficiali giudiziari che hanno pignorato l’attrezzatura degli spogliatoi.
“Noi a oggi non abbiamo incontrato nessuno – continua Lucarelli – ma indipendentemente da Manenti andiamo avanti per la nostra strada. Anche se ci sono i fondi per la trasferta, ormai non è più importante”. Fino a pochi giorni fa infatti i giocatori si erano detti disposti ad andare a Genova a proprie spese, ma la situazione di stallo in cui si trova il club e i continui pignoramenti che stanno mettendo in difficoltà il regolare svolgimento delle attività del Parma, hanno convinto i calciatori a prendere posizione. Secondo le parole del difensore, la squadra non ha fiducia nel nuovo patron che dal suo arrivo promette di sistemare le cose e di pagare gli stipendi arretrati, ma che per ora non ha portato risultati concreti. Ma la scelta di non giocare domenica, arrivata dopo un incontro con il presidente dell’Aic Damiano Tommasi, è anche soprattutto per lanciare un segnale alle istituzioni calcistiche: “La nostra forma di protesta è per dire che non ci siamo sentiti tutelati ad oggi dalle istituzioni. Noi non sentiamo nessuno, nessuno si occupa del Parma. Vedremo cosa succede il 6 marzo e poi decideremo cosa fare”.
Proprio giovedì l’Aic aveva lanciato la protesta nazionale, a cui hanno aderito tutte le squadre di Serie A, di scendere in campo con 15 minuti di ritardo per accendere i riflettori sulla crisi della squadra ducale. “Ringrazio i colleghi – ha aggiunto Lucarelli – perché abbiamo avuto il pieno appoggio di tutta la Serie A, molte squadre erano pronte a scioperare con noi, ma l’ipotesi avrebbe portato a una vittoria a tavolino e quindi a un vantaggio al Genoa, e si sarebbe falsato il campionato. Per questo, per tutte le squadre che ci sono state vicine, abbiamo deciso di chiedere il rinvio. Stiamo aspettando la risposta”. Il capitano ha anche puntato il dito sull’ex presidente Tommaso Ghirardi, che in un’intervista alla Gazzetta dello sport ha respinto tutte le accuse sulla sua presunta mala gestione del Parma, che avrebbe portato la società al declino di queste settimane, con un debito di oltre 90 milioni. “Se Ghirardi pensa che sia così facile migliorare la situazione del Parma, che ritorni qui e lo faccia. Gli 80 milioni di debiti non li ho fatti io”.
aggiornato da Redazione Web il 27 febbraio alle ore 16.51