Lo dice il Procuratore generale della Corte dei Conti: "Alcune spese sostenute dai consiglieri con denaro della collettività denotano un particolare dispregio della cosa pubblica". E poi l'allarme: "Migliaia le notizie di illeciti amministrativi cui non si riesce a dar seguito per insufficienza di risorse"
Fa giusto in tempo ad annunciare l’ennesima inchiesta sui rimborsi dei consiglieri regionali ed è costretto a lanciare l’allarme sul rischio che restino sostanzialmente impuniti, insieme a migliaia di illeciti. Genova, inaugurazione dell’anno giudiziario 2015 della Corte dei Conti della Liguria. Prende la parola Ermete Bogetti, il procuratore, e notifica l’apertura di un’istruttoria, l’ennesima, a carico degli “onorevolini”: “a seguito della recentissima denuncia di un consigliere regionale sulle spese dei componenti della giunta regionale”. Il consigliere regionale ligure di cui parla Bogetti è Raffaella Della Bianca del Gruppo Misto. Bogetti ha spiegato che “è stata conclusa la fase istruttoria per il 2008 e il 2009 mentre per le annualità successive, dal 2010 al 2012, la guardia di finanza sta procedendo all’espletamento delle deleghe istruttorie secondo le direttive impartite”.
Il danno erariale, che corrisponde alle spese sostenute dagli appartenenti ai gruppi consiliari per scopi diversi dalle finalità pubbliche o non documentate, ammonta a 900 mila euro per il 2008 e a circa 1 milione e 35 mila euro per il 2009. “Alcune spese sostenute da consiglieri regionali con denaro della collettività – ha sottolineato il procuratore – denotano un particolare dispregio della cosa pubblica. Sono state accertate – ha ricordato – spese esorbitanti per consumazioni in bar e ristoranti, giocate al lotto, acquisti di medicinali, cosmetici, vini pregiati e champagne, articoli di oreficeria, videogiochi e viaggi all’estero o soggiorni in località sciistiche”.
E tuttavia non è detto che l’accertamento delle responsabilità arrivi fino in fondo perché poco dopo lo stesso Bogetti lancia un allarme: “Sono migliaia le notizie di illeciti amministrativi cui non si riesce a dare seguito per insufficienza di risorse, in termini di personale e mezzi, da parte delle procure regionali. Questa scarsità di risorse riguarda, in realtà, tutte le articolazioni della Corte dei Conti”. Il messaggio è rivolto direttamente a Roma.
“In mancanza di riforme normative, di incremento delle risorse e di migliore distribuzione e gestione delle stesse – osserva Bogetti – l’effetto di deterrenza della responsabilità amministrativa è destinato a essere fievole, quasi inesistente. L’atteggiamento psicologico riscontrato in soggetti convenuti dinnanzi al giudice contabile (analogo potrebbe essere per l’imputato in un giudizio penale) è quello di essere stato colpito non dalla giustizia ma dalla cattiva sorte, atteso che tanti altri amministratori o funzionari egualmente colpevoli delle stesse illiceità non sono stati perseguiti e mai lo saranno”.