Il giornale distribuito a Rimini e Piacenza dal 27 febbraio non sarà più in edicola: "Purtroppo – spiega Sergio Cingolani, del comitato di redazione del giornale – la situazione economica si era fatta insostenibile"
Un’ultima prima pagina per dire ai lettori “siamo costretti a fermarci qui”. Sospende le pubblicazioni “per motivi economico – finanziari” il quotidiano La Cronaca – Nuovo Quotidiano, che fino al 27 febbraio è uscito puntualmente in tutte le edicole di Rimini e di Piacenza raccontando a due provincie l’attualità e la politica, ma anche la cronaca, lo sport e numerose inchieste. “Purtroppo – spiega Sergio Cingolani, del comitato di redazione del giornale – la situazione economica si era fatta insostenibile, sia a causa del numero di copie vendute, sia per la campagna pubblicitaria, che non è andata come l’azienda sperava. Quindi, dopo aver avviato un tavolo di crisi con i sindacati, è arrivato lo stop alle pubblicazioni”. E ora, i 10 giornalisti, 5 per capoluogo, e i poligrafici, sperano che si arrivi almeno all’attivazione degli ammortizzatori sociali, in attesa di sapere se l’azienda intraprenderà un percorso di rilancio del quotidiano per tornare un giorno in edicola. “Noi ci speriamo, perché abbiamo lavorato ogni giorno con tutte le nostre forze – racconta Cingolani – attualmente, però, la situazione è critica”.
Nato da una fusione tra la Cronaca di Piacenza e il Nuovo Quotidiano di Rimini, il giornale, edito da L’altra informazione società cooperativa, si era appena lasciato alle spalle un periodo di difficoltà, dovuto, per entrambe le edizioni, al fallimento del precedente editore. La Cronaca, infatti, nata nel 1993 come pubblicazione edita dalla cooperativa di giornalisti Nuova Informazione, per un anno quotidiana, poi, dopo una prima chiusura, settimanale, bisettimanale, e infine, nel 2002, nuovamente giornaliera, nel 2012 era naufragata tra guai finanziari e vicende giudiziarie, che poi si sono concluse nel 2014 con archiviazioni e l’assoluzione dell’amministratore delegato Massimo Boselli Botturi. Il Nuovo Quotidiano, invece, uscito in edicola per la prima volta nel 2011, ha dovuto scontare il fallimento del precedente editore, la società Multimedia Editoriale, avvenuto la scorsa primavera. “Noi abbiamo continuato a lavorare quest’estate, pubblicando le notizie sul nostro sito web” spiega Cingolani. Finché il 18 novembre scorso, La Cronaca e il Nuovo Quotidiano sono tornati in edicola sotto forma di un unico giornale. Il progetto, in realtà, avrebbe dovuto vedere la luce già all’inizio dell’estate, e anche questa è una delle ragioni per cui oggi la testata è in crisi.
“Hanno inciso in maniera pesante e decisiva i ritardi, non dipendenti dalla nostra volontà, subiti dall’intero progetto in fase di avvio, avvenuto solo il 18 novembre scorso dopo mesi di incubazione e costi sostenuti, per non parlare di promesse di aiuti rimaste tali”, scrive la cooperativa. “Noi abbiamo continuato a dare il massimo– ricorda Cingolani – anche se l’ultimo stipendio lo abbiamo percepito a settembre. Abbiamo cercato di essere una voce fuori dal coro – spiegano i giornalisti del quotidiano – e se quello del 27 febbraio dovesse davvero essere il nostro ultimo numero, sappiamo che chiuderemo a testa alta, e senza alcun rimorso”.
Le speranze sono appese a un filo. “Il 2 marzo, assieme ai sindacati, incontreremo nuovamente l’azienda – conclude Cingolani – speriamo in primo luogo di riuscire ad attivare un percorso di ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, in attesa di vedere cosa accadrà in futuro”. L’azienda, come riporta l’editoriale pubblicato sul quotidiano, valuterà nelle prossime settimane ogni possibile opportunità per l’eventuale ripresa delle pubblicazioni, “ma siamo preoccupati. I sindacati avevano proposto di ridurre i costi del personale con i contratti di solidarietà, che avrebbero garantito un risparmio del 40%, ma quell’offerta non è stata considerata sufficiente per un piano di rilancio. Vedremo cosa accadrà il 2 marzo”.