Saranno le bandiere di Casapound o l’aria di Roma, ma dal palco di piazza del Popolo Matteo Salvini ha riservato una bella fetta del proprio comizio a tratteggiare il quadro del suo paese ideale: “Nella nostra Italia non c’è spazio per i campi rom – ha detto – Nella nostra Italia noi mandiamo una letterina a questi signori con scritto fra tre mesi si sgombera. Vai a fare il rom da qualche altra parte”. Poi continua: “E domani mi arriva la diffida dell’ufficio anti discriminazioni della Presidenza del Consiglio dei ministri io mi ci soffio il naso, perché prima vengono i nostri disoccupati e dopo i rom, ma un sacco dopo”. Il leader del Carroccio ha anche ricordato che quest’anno ricorre il centenario della Grande guerra, un espediente per parlare di difesa dei confini: “Se i confini ci sono uno stato civile li deve difendere. Faccio appello alla Marina militare: Riportateli a casa (i migrenti, ndr)”. Poi chiude ricordando che la Lega non voterà mai un indulto o uno sconto di pena e rivolgendo un saluto a chi sta in carcere “perché ha avuto l’ardire di uccidere un delinquente e di difendere la propria abitazione” di Alessandro Madron
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