Seggi aperti tra le polemiche al sud. Saviano: "Elezioni determinate da voti di scambio". Cozzolino, uno dei candidati: "Lo smentiremo". Fonti del partito campano: "I votanti sono stati 150mila"
Rinviate per quattro volte, due candidati ritirati a pochi giorni dal voto, poi finalmente i gazebo. Il Partito democratico in Campania sceglie il volto per le prossime elezioni Regionali dopo le polemiche. La sfida è tra Andrea Cozzolino, il renziano Vincenzo De Luca e Marco Di Lello (Psi) e a seggi chiusi, alle 21, l’affluenza è stata di circa 150mila votanti, secondo quanto riferiscono fonti qualificate del Pd campano. Contemporaneamente le Marche sono chiamate alle urne per scegliere il nome da candidare per il Pd. Anche qui tre i contendenti: l’ex sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli e l’attuale assessore regionale al Bilancio e alla Cultura Pietro Marcolini e la candidata dell’Idv Ninel Donini. In questo caso i votanti sono stati oltre 40mila.
La situazione più tesa resta quella della Campania, dove il timore è che possano esserci delle irregolarità. Secondo i dati forniti da fonti del partito, i votanti suddivisi per provincia sono stati circa 65mila a Napoli, 50mila a Salerno, 11mila ad Avellino, 18mila a Caserta e 12mila a Benevento. In Regione è stato inviato un funzionario dal Pd nazionale da Roma per vigilare sulla correttezza delle votazioni. A fare notizia è stato l’appello di Roberto Saviano, rilanciato anche dal blog di Beppe Grillo: “Domani alle primarie Pd in Campania non andate a votare. Questo il mio consiglio. I candidati sono espressione della politica del passato. Queste elezioni saranno determinate da voti di scambio“. A Saviano ha risposto Cozzolino: “Sono fiducioso per il risultato delle primarie, spero di poter smentire con le scelte che faremo nel governo della Regione, con i programmi che attueremo e con gli uomini che sceglieremo le parole di Roberto Saviano che è una risorsa importante per la Campania”. Polemica la reazione dell’inventore delle primarie Arturo Parisi: “Da Saviano mi attenderei denunce precise su fatti circostanziati e non solamente ipotetici”. Discussioni che sono bastate per riaprire nel Pd il dibattito sulla necessità di rivedere lo strumento primarie, oggi rilanciata dal sottosegretario Luciano Pizzetti e da Alfredo D’Attorre, con la creazione di un’albo elettorale.
Alta partecipazione al voto, pochissime contestazioni invece nelle Marche. Qui le primarie del centrosinistra si sono svolte senza tensioni, con molta gente ai seggi già da metà mattinata. I sostenitori di Ceriscioli e Marcolini non si sbilanciano in previsioni sull’esito delle consultazioni, che, vista la notevole affluenza alle urne, potrebbe forse decidersi di misura. A Macerata si vota anche per la scelta del candidato sindaco: oltre ad avere un peso sul test per la regione, la doppia scheda potrebbe rallentare i tempi della proclamazione del vincitore. A sostegno dell’ex sindaco di Pesaro e vice segretario regionale Dem Ceriscioli si sono mossi il vice presidente nazionale del partito Matteo Ricci, i parlamentari Paolo Petrini e Luciano Agostini, il sindaco di Ancona e una larghissima fetta del Pd pesarese, storicamente l’’azionista di maggioranza’ dei Ds. La pesarese Alessia Morani ha scelto invece di appoggiare l’assessore regionale a Bilancio e Cultura Pietro Marcolini, che ha avuto dalla sua anche gli altri parlamentari renziani Mauro Morgoni e Piergiorgio Carrescia. Con Marcolini anche esponenti di Area Dem, e del mondo della cultura e dell’economia, fianco a fianco di civatiani come il vice segretario regionale Gianluca Fioretti. Nelle Marche insomma non si può tirare una riga fra maggioranza e minoranza Pd, fra renziani della prima o della seconda ora.