Si è spento a Parigi, all’età di 82 anni Talus Taylor, inventore di Barbapapà, serie a fumetti diventata, poi, un popolare cartone animato. La scomparsa di Taylor risale al 19 febbraio scorso ma solo oggi la notizia è stata resa nota dal quotidiano parigino “Le Figaro“.
Serie animata che ancora oggi appassiona tanti bambini, Barbapapà fece il suo esordio di fumetto ecologista nel 1969, tradotto in trenta lingue, partorito dalla fantasia del designer francese Annette Tison e da suo marito, l’americano Talus Taylor, all’epoca professore di matematica e biologia.
Figlio di lunghe chiacchierate con alcuni amici in un bistrò parigino e di rilassanti passeggiate nei giardini di Lussemburgo, Barbapapà è una sorta di grosso e amichevole “blob” a forma di pera dal curioso colore rosa, con il grande dono di modellare a suo piacimento il proprio corpo, assumendo la forma della cosa o dell’animale più indicato per risolvere una situazione. La trasformazione è sempre accompagnata dalla frase che è diventata il vero e proprio tormentone della serie: “Resta di stucco, è un barbatrucco“. Insieme a lui, il padrone di casa, Barbamamma e i loro sette barbabebè.
In realtà, la capacità di Barbapapà di cambiare aspetto non era stata pensata immediatamente dai suoi creatori, ma fu la loro nipotina con i suoi disegni a ispirarli. Anche il nome tanto celebre non era in programma. Il titolo originario del fumetto era “barbe à papa“, zucchero filato in francese, ma un’incomprensione linguistica dello stesso Taylor l’ha indotto a modificarlo in Barbapapà, nome pieno di “p” e “b“, che assieme alla “m” sono le consonanti che i bambini di tutto il mondo pronunciano per prime.