Il risultato, pubblicato sulla rivista Science Advances, è stato ottenuto nella Cornell University da da Paulette Clancy, James Stevenson e Jonathan Lunine. Questo possibile E.T arriva a cinque anni dal batterio che viveva di arsenico messo a punto nei laboratori della Nasa, poi rivelatosi frutto di un errore
La Nasa vorrebbe inviarvi un sottomarino per cercarne tracce. Ed è su proprio su Titano, uno dei satelliti di Saturno, che potrebbe vivere il primo esempio di vita aliena costruito in provetta. Ha le dimensioni di pochi millesimi di millimetro, all’incirca quelle di un virus ed è un organismo che sulla Terra non potrebbe sopravvivere perché dipende dal metano e non ha bisogno di ossigeno. Potrebbe invece abitare in un mondo freddo e ricco di laghi e fiumi di metano, molto simile a quello di Titano. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science Advances, è stato ottenuto nella Cornell University da Paulette Clancy, James Stevenson e Jonathan Lunine.
Questo possibile E.T arriva a cinque anni dal batterio che viveva di arsenico messo a punto nei laboratori della Nasa, poi rivelatosi frutto di un errore. Ispirata dal racconto di Isaac Asimov “Not as We Know It”, che nel 1962 ipotizzava la possibilità di forme di vita diverse da quella terrestre, la nuova ricerca indicherebbe che Titano potrebbe ospitare forme di vita basate sul metano.
Quella che i ricercatori hanno ottenuto è una membrana cellulare fatta di composti dell’azoto e capace di funzionare nel metano liquido, alla temperatura di 182 gradi sotto lo zero. L’ambiente singolare di Titano è stato rivelato per la prima volta nel 2004, quando la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) Huygens è discesa nell’atmosfera del satellite, rivelando un paesaggio fatto di monti e fiumi di metano. Un risultato ottenuto nell’ambito della missione Cassini condotta da Nasa, Esa e Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Finora si era sempre andati a caccia della vita aliena cercando indizi e ambienti che riproducessero quanto avviene sulla Terra, ossia forme di vita basate su membrane cellulari fatte di vescicole che dipendono dalla presenza dell’acqua e chiamate liposomi. Quella ottenuta nei laboratori americani della Cornell University è qualcosa di completamente diverso. I ricercatori l’hanno chiamato “azotosoma” e l’hanno ottenuto combinando elementi come azoto, carbonio e idrogeno, che potrebbero esistere nei laghi gelidi di Titano.