Il parlamentare di Sel, Gianni Melilla, ha anche rivolto un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio Matteo Renzi: “L’ingegner Raniero Fabrizi, dirigente del Ministero delle Infrastrutture, è stato nominato capo dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila. Fabrizi ha lavorato per anni con persone finite sotto inchiesta giudiziaria per il sistema costruito intorno ai grandi eventi della Protezione Civile. È stato ed è ancora componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per anni presieduto da Angelo Balducci, figura centrale del sistema smantellato dalle note inchieste della magistratura. Non è stato indagato, ma la sua nomina suscita seri interrogativi, visto che avrà un ruolo centrale nella gestione dei fondi ingenti che lo Stato ha destinato alla ricostruzione dell’Aquila e dei 56 comuni del cratere sismico: 2,2 miliardi di euro nei prossimi 3 anni”. Melilla domanda al premier: “Con quali criteri è stata decisa questa nomina? Non ritiene utile una valutazione ulteriore al fine di fugare dubbi e perplessità sulla sua opportunità?”.
Montano le prime polemiche per la nomina dell’ingegner Fabrizi a capo dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila. Un ruolo, come scrive il deputato del partito di Vendola, che si troverà a gestire un autentico fiume di soldi nel triennio che verrà. La ricostruzione del capoluogo abruzzese è partita, ma c’è ancora da rimettere in piedi tutta l’area del cosiddetto “cratere sismico”: le decine di paesi in provincia dell’Aquila sfigurati o pesantemente danneggiati dal terremoto del 2009, ma rimasti fin qui ignorati.
È un dato di fatto che Raniero Fabrizi abbia più volte lavorato a contatto con gli uomini della “Cricca della Ferratella” (Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola, Fabio De Sanctis, lo stesso Guido Bertolaso), quel “sistema gelatinoso” agglutinato intorno ai “grandi eventi” della Protezione civile, prima che intervenisse la magistratura con le indagini, gli arresti e i processi. Nulla di penale nel suo caso, ma in questo contesto la figura di Ranieri ricorre spesso, lo testimoniano le intercettazioni telefoniche.
Sarà che il nuovo plenipotenziario della ricostruzione dell’Aquila ha rivestito diversi compiti importanti. E’ stato capo della struttura tecnica di missione per i lavori del G8 della Maddalena, in Sardegna, che costarono quasi mezzo miliardo di euro, un immane caso di sperpero di denaro pubblico, visto che poi il G8 poi si svolse all’Aquila, lasciando inutilizzate o incompiute svariate opere in Sardegna. Raniero Fabrizi è stato anche coordinatore della Struttura di missione per le celebrazioni del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Poi c’è quella misteriosa cena. Quell’appunto manoscritto ritrovato per caso dagli uomini della Forestale di Pescara. Una lista di invitati farcita di nomi eccellenti, molti dei quali riconducibili alla “Cricca” della ricostruzione dell’Aquila (e delle emergenze tout-court). In questo elenco, “Raniero” figura addirittura al numero 3. Tra gli altri invitati al banchetto, organizzato da Fabio De Sanctis, ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana (e figura di peso nel gruppo di Angelo Balducci, che nella lista conviviale manoscritta compare al numero 20, “Angelo B.”), ci sono anche Riccardo Fusi, ex patron del gruppo di costruzioni Btp, Denis Verdini, Patrizio e Paolo Cuccioletta. E persino Silvio Berlusconi.