La Commissione Ue: rivedere la politica di vicinato. Dimitris Avramopoulos, responsabile per la Migrazione e gli Affari Interni: "Il fatto che cooperiamo con regimi dittatoriali non significa che li legittimiamo, ma dobbiamo lavorare insieme"
Nel giorno in cui in Sicilia è atteso lo sbarco di 941 migranti intercettati su 7 diversi barconi nel Mediterraneo, Bruxelles annuncia un cambio di marcia. “Abbiamo deciso di accelerare sull’Agenda europea sulle migrazioni anticipandola a metà maggio, mentre prima era previsto a metà luglio”, ha annunciato il primo vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans, secondo il quale si lavorerà sulla base di quattro priorità. In primo luogo: “migliorare il meccanismo del sistema di asilo con una maggiore sinergia tra gli Stati membri e assicurando che le regole vengano applicate nello stesso modo in tutti e 28 Paesi”. Ma bisogna anche “fare meglio nel proteggere le frontiere“, rafforzando “le possibilità di Frontex e fare in modo che lo scambio di informazioni sia migliorato”. Il terzo punto è “una politica aggressiva nella lotta all’immigrazione illegale – afferma Timmermans – in particolare contro coloro che con l’obiettivo di fare soldi si rendono responsabili delle tragedie” del mare. Inoltre, aggiunge l’esponente dell’esecutivo, occorre “migliorare le possibilità dell’immigrazione legale“.
L’annuncio è arrivato al termine della prima discussione tenuta oggi a Bruxelles sull’agenda europea sulla migrazione, messa a punto dal Commissario per la Migrazione e gli Affari Interni Dimitris Avramopoulos. L’agenda sarà presentata a maggio. Bruxelles punta anche a rivedere i principi e gli strumenti della propria politica di vicinato. Questo l’obiettivo della consultazione lanciata dalla Commissione europea, che, dopo l’ultimo riesame del 2011, punta a una “revisione approfondita” dei principi su cui si basa la politica di vicinato europea. La politica europea di vicinato è stata varata nel 2003 per sviluppare relazioni più strette tra l’Ue e i Paesi vicini meridionali (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Siria e Tunisia) e orientali (Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica moldova e Ucraina).
“Non dobbiamo essere ingenui – ha spiegato Avramopoulos – Il fatto che cooperiamo nell’ambito dei processi di Khartoum e Rabat… con dei regimi dittatoriali non significa che li legittimiamo. Noi non offriamo alcuna legittimità democratica e politica a questi regimi, ma dobbiamo cooperare laddove abbiamo deciso di lottare contro il traffico di esseri umani”.
L’obiettivo della Commissione è di svolgere fino a fine giugno una consultazione con i partner del vicinato e le parti interessate di tutta l’Ue. A questa consultazione farà seguito, in autunno, una comunicazione contenente proposte per il futuro orientamento della politica estera di vicinato. “È nell’interesse dell’Ue promuovere la pace, la stabilità e la prosperità ai suoi confini. Il riesame ci aiuterà ad agire in modo più efficace per conseguire questi obiettivi. Voglio un partenariato più equo e produttivo”, ha aggiunto il commissario europeo alle Politiche di vicinato, Johannes Hahn.