Mediolanum cambia pelle, ma le vecchie grane restano. Anzi, crescono. Sfonda quota mezzo miliardo di euro il conto che l’Agenzia delle Entrate ha presentato a Mediolanum a causa dei rapporti tra le controllate italiane, Banca Mediolanum e Mediolanum Vita, e quella irlandese, Mediolanum International Fund. In seguito a nuove contestazioni spedite a fine 2014, emerge dal bilancio della rete assicurativa delle famiglie Doris e Berlusconi, l’imponibile complessivamente non dichiarato dal gruppo sale, secondo il Fisco, a 923 milioni, a fronte del quale viene chiesto il pagamento di 506 milioni tra imposte non versate e sanzioni.
Com’è noto, l’Agenzia delle Entrate contesta a Mediolanum di aver mantenuto in capo alla controllata irlandese, che si occupa di confezionare e gestire i fondi che vengono distribuiti dalla rete di promotori del gruppo, una quota troppo alta dei propri ricavi, retrocedendo alle controllate italiane una percentuale troppo bassa delle commissioni incassate dai clienti e sottraendo così parte dell’imponibile alle ben più salate aliquote fiscali del nostro Paese. Alla fine del 2013 le richieste del Fisco, nate da ispezioni della Guardia di Finanza e dell’Agenzie delle Entrate, erano ferme a 344 milioni di euro (riferite agli esercizi 2005, 2006 e 2007). A far lievitare il conto sono stati i nuovi avvisi di accertamento, per le annualità 2008 e 2009, notificati lo scorso 23 dicembre dalla Direzione Regionale delle Entrate per la Lombardia.
A fronte della nuova richiesta del Fisco – che Mediolanum considera “illegittima, e comunque errata nei presupposti”, al pari delle precedenti, ma in relazione alla quale ritiene “probabile” un esborso a favore dell’Erario – il gruppo ha elevato gli accantonamenti a 94,1 milioni di euro, dai 53,3 milioni dello scorso esercizio. Recentemente la responsabile dei rapporti con gli investitori di Mediolanum, Alessandra Lanzone, ha auspicato una chiusura del contenzioso “entro il 2015”, confidando nel fatto che gli accantonamenti fatti siano sufficienti a soddisfare le pretese del Fisco. Mediolanum ha inoltre attivato, per le contestazioni tra il 2005 e il 2007, la procedura arbitrale europea sulle doppie imposizioni, rimettendo così “la soluzione della controversia alle competenti autorità fiscali italiane e irlandesi” alle quali toccherà individuare la quota di imponibile che spetta a ciascuno dei due Paesi.
“Siamo molto fiduciosi che il contenzioso in essere tra Agenzia delle Entrate italiane e Agenzia delle Entrate irlandese si risolva quest’anno con la cifra che abbiamo accantonato”, ha commentato Massimo Doris. La pretesa iniziale dell’Agenzia delle Entrate, secondo il vicepresidente del gruppo, “è basata su un parametro che non sta in piedi né per noi né per i fiscalisti che ci seguono nell’arbitrato”. Doris ha poi ricordato che “noi in Irlanda abbiamo circa 200 persone che lavorano e che gestiscono i fondi di cui circa 80 sono dipendenti”. Dunque, a suo avviso, “è giusto che le commissioni di gestione vengano riconosciute a chi gestisce i fondi, non a chi li distribuisce”.
La notizia dell’incremento delle contestazioni è stata diffusa dalla agenzie di stampa proprio nel giorno in cui Mediolanum ha annunciato nel corso di una convention di gruppo il cambio dello storico logo dal quale è scomparsa la declinazione del biscione di casa Fininvest. “Nulla è più come prima e io cambio”, ha detto Ennio Doris davanti a 4mila banker dopo aver suonato per tre volte una campana. Il fondatore e presidente di Mediolanum ha quindi illustrato le difficoltà in cui versa il mondo bancario, citando gli ultimi esempi di commissariamenti e difficoltà finanziarie di alcune banche italiane, da Mps alla Popolare Etruria e Lazio.
La parola è quindi passata al figlio Massimo per l’annuncio appunto dell’introduzione del nuovo logo della banca, non senza un accenno alle origini, con il ricordo del falegname a cui diversi anni fa il padre ha venduto la prima polizza assicurativa. Resterà solo un ricordo anche il biscione, al suo posto il cerchio blu tracciato da Doris in numerosi spot pubblicitari. “Il vecchio simbolo resta nel cuore”, ha detto Doris senior che ha spiegato che il suo socio Berlusconi non era stato informato del cambiamento. Ma sostenendo che sia “pura coincidenza” il fatto che il cambio del marchio avvenga in una fase in cui, in seguito alla perdita dei requisiti di onorabilità da parte di Silvio Berlusconi, Bankitalia ha imposto alla Fininvest di cedere buona parte della sua quota in Mediolanum. ”Il vecchio logo al quale siamo affezionati era poco leggibile, mentre il cerchio è ormai per tutti simbolo della nostra banca”, ha tagliato corto Doris jr.