Il gesuita che a Reggio Calabria combatte la ‘ndrangheta. ‘Anche se tutti, io no’ è il titolo del libro scritto da padre Giovanni Ladiana che, nella città dello Stretto, ha fondato “Reggio non tace”, movimento antimafia. Ieri la presentazione del libro a Reggio durante la quale Giovanni ha ribadito quanto è importante ribellarsi alle cosche anche “se, in questo periodo, non stanno scoppiando le bombe, non sono stati trovati bazooka ed è stato individuato il telefonista che minacciava i pm che però adesso è morto e non si sa come”. Il gesuita commenta anche quanto scritto dalla Direzione nazionale antimafia che, nella sua relazione annuale, fa riferimento a preti e vescovi silenti contro la mafia: “A livello istituzionale – ha affermato Giovanni – ci sono stati documenti con cui la Chiesa ha denunciato la ‘ndrangheta. Però dopo non sono stati conseguiti atti, atti di rottura esplicita. Oggi di quello che dice la Chiesa non soltanto non se ne frega la gente, ma non se ne frega nemmeno la ‘ndrangheta. Chi oggi crea consenso sociale – continua – sono altri mondi: l’economia, le professioni e la politica”. A proposito di politica, durante il suo intervento, padre Ladiana si è soffermato sulla situazione del Comune di Reggio e si scaglia con l’ex sindaco Giuseppe Scopelliti e con l’attuale primo cittadino Giuseppe Falcomatà: “L’era nuova inizia solo se noi ci riprendiamo la città perché nessun sindaco potrà dire che il mondo è cambiato”. Ladiana è stato più volte minacciato. Nel suo libro racconta che ogni domenica un boss di Reggio si presenta alla sua chiesa per la messa per ascoltare i suoi attacchi alla ‘ndrangheta. E alla domanda “Hai paura?”, Giovanni risponde: “Si, ma che ne faccio della paura che ho?”  di Lucio Musolino

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