Non luogo a procedere. Si chiude così per undici ex calciatori del vecchio Parma Calcio di Calisto Tanzi l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta legata al filone del crac Parmalat che riguarda la società sportiva legata fino al 2003 alla multinazionale di Collecchio. Il gup Alessandro Conti al termine dell’udienza preliminare che si è tenuta mercoledì 3 marzo ha decretato il non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato per Jorge Hernan Crespo, Juan Sebastian Veron, Faustino Asprilla, Luigi Apolloni, Enrico Chiesa, Liliam Thuram, Dino Baggio, Hristo Stoichov, Thomas Brolin, Lorenzo Minotti e Massimo Crippa. Gli undici giocatori erano accusati insieme ad altri 15 ex dirigenti, consiglieri, sindaci e procuratori sportivi del Parma Ac di avere contribuito a distrarre tra il 1992 e il 2003 somme dalla Parmalat già in crisi attraverso contratti di sponsorizzazioni e prestazioni fittizie per un totale di 10 milioni di euro e 11 milioni di dollari. Per tutti i 26 indagati il pm Paola Dal Monte aveva chiesto il rinvio a giudizio. E la vicenda ha avuto un risvolto proprio nei giorni in cui la Procura di Parma indaga per bancarotta fraudolenta sul nuovo Parma Calcio che fino a pochi mesi fa era di Tommaso Ghirardi, subentrato nella società ristrutturata proprio dopo il crac.
“Adesso che ho quarant’anni non mi sono reso conto che il Parma stava andando in fallimento – ha dichiarato a margine Crespo, che oggi allena il settore giovanile del Parma Fc, e che insieme a Brolin ha rilasciato dichiarazioni spontanee durante l’udienza – Come potevo prevedere a 22 anni, appena arrivato in Italia e senza sapere l’italiano, che la Parmalat sarebbe fallita tre anni dopo. Mi sono sempre impegnato tanto per essere onesto. E la cosa paradossale che oggi devo difendermi come indagato, mentre il 19 marzo potrei essere parte lesa nell’udienza prefallimentare”.
Delle ventisei persone coinvolte, solo il procuratore calcistico Carlos Gustavo Mascardi è stato rinviato a giudizio per aver distratto somme dalle casse Parmalat attraverso compravendite di calciatori. Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste è stato decretato invece anche per Mariano Grimaldi, Stanislao Grimaldi, Fabrizio Larini, Enrico Fedele, Maurizio Bianchi, Oreste Luciani, Alessandro Chiesi e Giorgio Chiesi, mentre per tutti gli altri sono stati confermati accordi di patteggiamento. L’ex direttore marketing di Parmalat Domenico Barili ha patteggiato un mese in continuazione con altre pene, così come un mese è stato ratificato per l’ex legale rappresentate di Parma Asia East Alberto Maurizio Ferraris e per Antonio Bevilacqua, mentre per Paolo Tanzi sono stati accordati tre mesi in continuazione. Bruno Rastelli, commercialista e consulente, ha patteggiato un anno e 10 mesi di pena sospesa con la condizionale. Stralciata invece la posizione dell’ex manager Luca Baraldi, in attesa che si definisca un altro procedimento. Calisto Tanzi e suo figlio Stefano per questo filone d’inchiesta avevano già patteggiato due mesi di reclusione in continuazione con le pene per il crac Parmalat.