Tra i prestanome del super boss Matteo Messina Denaro ci sarebbe, secondo i magistrati, Giovanni Filardo, i cui beni sequestrati dal tribunale di Trapani sono ora amministrati da Maurizio Lipani: “I conti non tornano. Filardo è proprietario di una società e due immobili, ma ci sono transazioni fuori dai libri contabili”. In alcune intercettazioni in carcere l’imprenditore dà alla moglie istruzioni per nascondere il denaro: “Ma quale cassaforte, mettili sottoterra!”. Il reportage di Walter Molino
Mafie - 5 Marzo 2015
Servizio Pubblico, tutti gli uomini di Messina Denaro
La Playlist Mafie
- 17:04 - Ucraina: Guerini (Pd), 'da Mattarella parole chiare'
Roma, 27 set (Adnkronos) - "'Siamo alla ricerca di una conclusione a questa sconsiderata avventura russa, ma la pace non vuol dire sottomissione e abbandono dei principi di dignità di ogni Stato e del diritto internazionale'. Le parole chiare del Presidente Mattarella". Lo scrive su X il presidente del Copasir ed ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
- 17:02 - Giornata del cuore, a Roma 'Liberiamo la circolazione dal colesterolo'
Roma, 27 set. (Adnkronos Salute) - In occasione della Giornata mondiale del cuore, il 29 settembre, a largo dei Longobardi nel cuore di Roma, dalle 11 alle 15 si potranno effettuare screening cardiologici gratuiti messi a disposizione da Federlazio con controllo pressorio, frequenza cardiaca, ecocardiogramma a una derivazione, misurazione della frequenza respiratoria. L'iniziativa 'Liberiamo la circolazione dal colesterolo', che si aprirà con un simpatico flash-mob, è organizzata da Daiichi Sankyo Italia, con il patrocinio dell'Associazione per la lotta all'ictus cerebrale (Alice Italia Odv), Coordinamento nazionale Associazioni del cuore (Conacuore Odv), Fondazione italiana per il cuore (Fipc), Società italiana per lo studio dell'aterosclerosi (Sisa), e il sostegno di Roma Capitale.
Nello stand dedicato alle associazioni patrocinanti - informa una nota - sarà distribuito anche il 'Diario della salute cardiovascolare' e dell'utile materiale informativo per aiutare a riconoscere i primi sintomi dell'ictus, per capire quali sono i livelli ottimali di colesterolo Ldl, a seconda del rischio cardiovascolare, utili consigli per la correzione dello stile di vita, primo fra i fattori modificabili del rischio cerebro-cardiovascolare.
- 16:56 - Università Roma Tre, con #Leaf torna 'Notte europea dei ricercatori e delle ricercatrici'
Roma, 27 set. (Adnkronos/Labitalia) - L’Università e la ricerca scientifica per tutti. Oggi, venerdì 27 settembre 2024 torna a Roma Tre la 'Notte europea dei ricercatori e delle ricercatrici', l’evento che da anni celebra la scienza e la ricerca con una serie di attività interattive, visite ai laboratori di ricerca, mostre, laboratori per i più piccoli, approfondimenti per i più appassionati, e tanto altro, portandole tra i cittadini, i giovani e gli studenti. La manifestazione fa parte del progetto #Leaf, acronimo per 'heaL thE plAnet's Future', cura il futuro del pianeta, organizzato da Frascati Scienza e promosso dalla Commissione Europea e dalla Regione Lazio. La notte europea dei ricercatori e delle ricercatrici si terrà presso le sedi di Via della Vasca Navale 107/109 e di Via Vito Volterra 62, dalle 19:00 alle 24:00, offrendo un’esperienza straordinaria per scoprire il mondo della ricerca in modo divertente e coinvolgente.
L’evento dell’ultimo venerdì di settembre è il gran finale della Settimana della Scienza, il contenitore di iniziative per ogni età che si tiene dal 21 al 28 settembre, e chiude anche un mese di intensa attività divulgativa di Roma Tre, che ha visto la realizzazione del ciclo di eventi 'La scienza incontra il territorio', pensati per preparare il pubblico alla grande notte della scienza.
Gli eventi che hanno anticipato la Notte Europea 2024 si sono svolti giovedì 12 settembre e sabato 21 settembre 2024. Giovedì 12 settembre alle ore 18:00, presso la Sede di Roma Tre a Ostia (Via Bernardino da Monticastro, 1) si è svolta la conferenza 'La vita invisibile degli alimenti fermentati' a cura della professoressa Livia Leoni, docente del Dipartimento di Scienze, e lo chef Fabio Toso, che hanno esplorato il ruolo cruciale dei microrganismi nei processi di fermentazione, svelando i segreti nascosti nei cibi fermentati. Sabato 21 settembre 2024, alle ore 10:00 al Parco Archeologico di Ostia Antica (Viale dei Romagnoli, 717 – Ostia Antica) si è svolta la Visita Guidata a cura del professore Marcello Spanu, docente del Dipartimento di Studi Umanistici. Sempre sabato 21 settembre 2024, alle ore 18:00 in Piazza Anco Marzio (a Ostia) si è svolta la conferenza 'Cotture col forno solare: fa bene al pianeta, fa bene a noi' a cura della professoressa Daniela Tofani, docente del Dipartimento di Scienze, e dell’ingegnere Alessandro Varesano, che hanno presentato le tecniche di cottura sostenibili con il forno solare, promuovendo uno stile di vita rispettoso dell’ambiente.
“Venerdì 27 settembre a Roma Tre si rinnova l’appuntamento con la Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici. Si tratta di un’iniziativa, ormai consolidata, durante la quale l’Ateneo apre le sue porte mettendo in campo i saperi e condividendoli con il territorio creando così quello scambio che è alla base della missione dell’Università: 'generare' cultura e diffonderla. La Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici è diventata nel tempo uno dei momenti salienti del calendario di attività dell’Ateneo, è un momento in cui si rinnova la possibilità di mettere in comunicazione la cittadinanza e Roma Tre, che in questa occasione si fa viva, interagisce e accoglie nei suoi spazi tutti coloro che avranno voglia di conoscere, ascoltare e sperimentare, con l’auspicio di seminare una produttiva e contagiosa curiosità” afferma il rettore, professore Massimiliano Fiorucci.
L'obiettivo principale della manifestazione è rendere la scienza accessibile a tutti perché scienza e tecnologia possono rispondere alle domande sulla realtà, possono migliorare la vita di ognuno e possono essere un investimento per il futuro per i giovani che vi si avvicinino. La scienza è dunque vicina e quotidiana e, a volte, può essere comprensibile anche ai non esperti, piacevole e divertente.
L’Ateneo partecipa con i dipartimenti di architettura, economia, economia aziendale, filosofia comunicazione e spettacolo, giurisprudenza, ingegneria civile, informatica e delle tecnologie aeronautiche (dicita), ingegneria industriale, elettronica e meccanica (diiem), matematica e fisica, scienze, scienze della formazione, scienze politiche e studi umanistici con un programma ricco per ogni fascia d’età.
A Roma Tre gli appuntamenti sono in presenza. Tra le attività principali si segnalano: laboratori, mostre, spettacoli, attività interattive, approfondimenti su biodiversità, cambiamenti climatici e sostenibilità, robotica, Sistema Solare, arte e matematica, nuove tecnologie, architettura, riciclo, realtà virtuale e intelligenza artificiale, nanoscienza, fisica e chimica, laboratori e giochi scientifici per i più piccoli.
Durante la Notte si potrà assistere alle pillole di scienza, brevi seminari tenuti dai ricercatori e ricercatrici di Roma Tre per riflettere su cosa studia oggi la scienza e quali sono le scoperte recenti della ricerca scientifica. Conduzione a cura di Roma Tre Radio.
La partecipazione è ad accesso gratuito. Per consultare il programma completo: Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici – Università degli Studi Roma Tre (uniroma3.it). Leaf è finanziato dal programma HORIZON-MSCA-2023-CITIZENS-01-01 della Commissione Europea, nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie Grant Agreement n°101161615.
- 16:43 - G7 Agricoltura: Siracusa, Sovranità alimentare per la prima volta al centro del vertice
Siracusa, 27 set. (Adnkronos) - È la prima volta che la Sovranità alimentare è al centro di un G7 Agricoltura. Il ministro italiano, Francesco Lollobrigida, ha "espresso orgoglio" nell’aver posto questo tema sul tavolo del confronto internazionale in corso a Siracusa, sottolineandone l’importanza per l’Italia e per il Governo Meloni. Il titolare del dicastero in Via XX Settembre ha posto l’accento "sulla figura dell'agricoltore, non solo dal punto di vista economico e produttivo, ma anche sociale e culturale, ribadendo la posizione, espressa su tutti i tavoli nazionali e internazionali, che vede associato a chi esercita questa attività il ruolo fondamentale di custode del territorio, responsabile della tutela del paesaggio e della biodiversità, oltre che della produzione alimentare".
Attenzione è stata posta sulla situazione in Africa, "dove si registra il più alto livello di insicurezza alimentare, e sul tema dei conflitti, della variabilità climatica e dei rallentamenti economici che risultano tra i principali fattori di insicurezza alimentare e malnutrizione". Il ministro Lollobrigida ha quindi espresso "la necessità di unire le forze tra i Paesi G7 per compiere atti concreti al fine di assicurare condizioni di vita che evitino l’abbandono delle aree rurali e rendano l’agricoltura economicamente attraente per i giovani".
Nel corso della discussione sono state anche condivise alcune informazioni sulla realtà italiana e sulle politiche in atto da parte del Governo Meloni, "evidenziando come l’Italia sia uno dei principali produttori agricoli in Europa grazie alla varietà e alla qualità dei suoi prodotti. Il ministro ha quindi sottolineato il punto di forza del sistema nazionale, rappresentato dall’agroalimentare di qualità, insieme alla spinta verso l'adozione di tecnologie verdi e sostenibili, nel contesto più ampio di impegno per assicurare una produzione agricola sempre più rispettosa dell’ambiente, in linea con gli obiettivi di sostenibilità fissati dall'Agenda 2030".
- 16:22 - Montepulciano Abruzzo e pecorino per il Commissario Ue
Siracusa, 27 set. (Adnkronos) - Un bicchiere di Montepulciano d'Abruzzzo, formaggio tipico abruzzese e diversi tipi di Salame. Sono soltanto alcune delle specialità offerte dallo stand dell'Abruzzo a Janusz Wojciechowski, commissario europeo per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale, al termine della sessione del G7 Agricoltura in corso a Siracusa. A Castello Maniace di Siracusa, che ospita tutte le regioni italiane, il commissario, è stato accolto da due chef e un pasticcere cheh in questi giorni di Exoo24 hanno preparato specialità tipiche del luogo, a partire dagli arrosticini. Dopo il brindisi con gli chef, Janusz Wojciechowski si è intrattenuto allo stand dell'Abruzzo per conoscere come vengono realizzate le specialità del luogo.
- 16:22 - Aids, al via campagna Vhivian per migliorare qualità e tempo del dialogo col medico
Roma, 27 set. (Adnkronos Salute) - A più di quarant'anni dall'identificazione, il virus dell'immunodeficienza umana (Hiv) rimane un problema di salute pubblica. In Italia, ad oggi, solo il 51% dei pazienti si dice soddisfatto della propria terapia anti-Hiv. Per rispondere ai bisogni non ancora soddisfatti delle persone che vivono con Hiv e per dedicare più tempo al dialogo medico-paziente nasce Vhivian, campagna di comunicazione promossa da ViiV Healthcare, azienda farmaceutica dedicata al 100% alla ricerca di trattamenti contro l'Hiv e focalizzata sulle persone che vivono con Hiv e Aids, con la collaborazione di Edra Spa. Il progetto è stato presentato oggi a Milano durante la giornata di apertura della 38esima edizione del MiX Festival internazionale di cinema Lgbtq+ e Cultura Queer che ha ospitato, oltre alla conferenza stampa di lancio, anche un workshop interattivo in collaborazione con Le Georgiche.
Nel 2022 - spiega una nota - le nuove diagnosi di infezione da Hiv sono state 1.888, pari a 3,2 nuovi casi per 100mila residenti. Un'incidenza che pone l'Italia al di sotto della media osservata tra i Paesi dell'Europa occidentale e dell'Unione europea (5,1 nuove diagnosi per 100mila residenti). Inoltre, nel 2022 sono stati diagnosticati 403 nuovi casi di Aids, pari a un'incidenza di 0,7 nuovi casi per 100mila residenti. A livello globale, nel 2023 circa 630mila persone sono decedute per malattie Aids-correlate, rispetto ai 2,1 milioni di persone nel 2004 e a 1,3 milioni nel 2010. Secondo le principali linee guida di gestione della patologia, gli inibitori dell'integrasi di seconda generazione rappresentano la classe farmacologica maggiormente raccomandata, sovente presente nelle co-formulazioni di farmaci antiretrovirali, al fine di facilitare l'adesione del paziente alle cure. Tuttavia, in Italia solo il 58,2% delle persone con Hiv sono in trattamento con un inibitore dell'integrasi di seconda generazione in una formulazione tale da permettere l'assunzione una volta al giorno, e solo il 51% dei pazienti si dichiara soddisfatto dell'attuale regime terapeutico; il 38% vorrebbe essere maggiormente informato dal proprio medico sui nuovi farmaci disponibili; il 30% desidererebbe un dialogo più approfondito con il proprio medico curante.
Nella campagna Vhivian, la protagonista è una Aglaonema Pink, una pianta non facile da trattare, ma nemmeno troppo difficile come si penserebbe. Necessita infatti di attenzioni appropriate e specifiche, così come deve avvenire nel consulto tra lo specialista e la singola persona con Hiv. Le piante sono poi universalmente riconosciute come simboli di crescita e rigenerazione, rappresentano il ciclo della vita, l'adattabilità e la capacità di fiorire anche in condizioni difficili. Vhivian vuole ricordare che le persone che vivono con Hiv, nonostante le sfide associate alla convivenza con il virus, non solo possono avere un'aspettativa di vita paragonabile a chi vive senza il virus, ma hanno anche la possibilità di migliorare la propria qualità di vita grazie a un approccio 'paziente-centrico' e personalizzato.
Sul tema è intervenuta, durante la conferenza stampa, Antonella Castagna, direttrice dell'Unità di Malattie infettive dell'Irccs Ospedale San Raffaele e della Scuola di specializzazione in Malattie infettive e tropicali dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Ogni visita con il paziente - spiega - rappresenta l'occasione per definire se il regime terapeutico che la persona con Hiv sta assumendo è - per lui o lei - adeguato, con uno sguardo attento al suo stile di vita. Su questo, oggi la maggior parte delle persone con Hiv, proprio grazie all'ampia gamma di opzioni terapeutiche disponibili, possono assieme al medico riflettere su ciò che è più adatto per loro".
In merito alla necessità di disegnare un percorso personalizzato per migliorare l'aderenza terapeutica e la gestione delle necessità della singola persona, è intervenuto anche Andrea Gori, professore ordinario di Malattie infettive dell'Università degli Studi di Milano e direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell'Asst Fatebenefratelli Ospedale L. Sacco. "Grazie alla più ampia disponibilità di farmaci antiretrovirali e opzioni terapeutiche altamente efficaci - ha ricordato - oggi in Italia l'Hiv può essere considerata una malattia cronica. Nel trattamento delle cronicità, il colloquio medico-paziente risulta centrale nella definizione della cura tramite l'ascolto e la comprensione dei bisogni. Nelle visite di controllo, e in particolare nella gestione della salute a lungo termine, questo aspetto deve essere un punto cruciale dell'alleanza tra medico e paziente". Fulcro della campagna Vhivian saranno i contenuti relativi alla conversazione con il clinico: le persone con Hiv avranno degli spunti per intraprendere un dialogo più efficace con il proprio medico, per una maggiore condivisione delle proprie esigenze e per iniziare un percorso di gestione della terapia più personalizzato. La campagna potrà contare anche su una serie di contenuti informativi come video, articoli, infografiche, banner, post, poster e opuscoli all'interno degli studi medici.
Il progetto segna l'inizio di una narrativa più ampia, configurandosi come la prima tappa di Rhivolution, iniziativa di ViiV Healthcare che mira a creare nuove opportunità e risorse per le persone che vivono con Hiv, in un percorso di supporto e affiancamento il cui fil rouge, evidenzia Vincenzo Palermo, vice-presidente e general manager, Hub Italia e Paesi Bassi di ViiV Healthcare, è poter fruire dell'innovazione. "Con il lancio di questa nuova iniziativa - commenta Palermo - tentiamo auspicabilmente di nutrire il colloquio medico-paziente di più tempo, ponendo l'accento sull'importanza di un dialogo aperto, empatico e basato sulla condivisione continuativa delle esperienze e dei bisogno del paziente. Un progetto per far sì che l'innovazione possa essere goduta appieno dalle persone con Hiv, ingrediente imprescindibile del loro benessere a lungo termine".
- 15:55 - Oncologi Aiom: "Pochi screening e diagnosi in fase avanzata in immigrati"
Roma, 27 set. (Adnkronos Salute) - Ai problemi burocratici si aggiungono le barriere linguistiche ad ostacolare l’accesso alla prevenzione oncologica degli immigrati, così, troppe diagnosi avvengono in fase avanzata. Il 39% delle donne immigrate non esegue la mammografia (rispetto al 27% delle italiane), con la conseguenza che, in questa popolazione, il carcinoma mammario è diagnosticato in stadio precoce (I-II) in circa l’80% dei casi, rispetto a quasi il 90% nelle italiane. Sono problemi avvertiti anche dagli oncologi: 6 su 10 ritengono che la gestione dei pazienti extracomunitari sia complessa e il 91% è preoccupato di non poter comunicare adeguatamente con questi malati. Solo 4 su 10, infatti, hanno il supporto di un mediatore culturale durante la prima visita. Per l’81% la prognosi oncologica nei migranti è diversa (peggiore) rispetto ai risultati raggiunti nella popolazione residente e per l’86% questo è dovuto alle disparità di accesso alle cure in modo tempestivo. Sono questi, in sintesi, i principali risultati del sondaggio promosso dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) - si legge in una nota - per analizzare il livello di conoscenza degli specialisti sull’assistenza degli stranieri nel nostro Paese, presentati nel convegno nazionale ‘Oncologia e immigrazione’, al centro delle ‘Giornate dell’etica’, organizzate dalla società scientifica e da Fondazione Aiom, che si aprono oggi all’Isola di San Servolo (Venezia).
“Già nel 2020, l’allora presidente Aiom, Giordano Beretta, decise di organizzare questo evento che, però, venne posticipato a causa della pandemia – spiega Francesco Perrone, presidente Aiom - Il Convegno è stato fortemente voluto dal direttivo e rappresenta un’attività necessaria e naturale. Come evidenziato dal presidente Mattarella, il tema delle cure oncologiche agli immigrati pone in evidenza l’intensa e irrinunciabile connessione tra medicina, profili etici e risvolti sociali. Vogliamo portare alla luce un fenomeno che riguarda tutti, ma ci trova impreparati. L’80% degli oncologi, infatti, ritiene di avere solo parzialmente o di essere del tutto privo di strumenti adeguati per la gestione del paziente immigrato colpito dal cancro. Al termine delle ‘Giornate dell’etica’ pubblicheremo un documento, uno statement, con proposte operative da proporre alle Istituzioni”.
Come osserva Antonella Brunello, membro del direttivo nazionale Aiom, “le difficoltà comunicative ostacolano l’accesso alle cure e agli strumenti di prevenzione e hanno un peso rilevante nella gestione della malattia negli stranieri. Basta pensare che solo il 40% degli oncologi, in occasione della prima visita oncologica di un paziente con barriera linguistica, ha la possibilità di avere un mediatore culturale: il 27% in presenza e il 13% al telefono. Gli ostacoli principali nella presa in carico di un paziente extracomunitario - aggiunge - sono costituiti dalla difficoltà nella comprensione del percorso oncologico e nella comunicazione della diagnosi, dalla mancanza di un caregiver perché spesso si tratta di persone sole e da problemi nella prescrivibilità di farmaci”.
La popolazione residente di cittadinanza straniera (al 1° gennaio 2024) è di 5 milioni e 308mila unità, in aumento di 166mila individui (+3,2%) sull’anno precedente. L’incidenza sulla popolazione totale tocca il 9%. Il 58,6% degli stranieri, pari a 3 milioni 109mila unità, risiede al Nord, per un’incidenza dell’11,3%.
“Oltre che nella società è sempre più rilevante la loro presenza anche nei reparti di oncologia medica – sottolinea Tiziana Latiano, membro del direttivo nazionale Aiom - Siamo di fronte a un problema etico e non bisogna distinguere fra immigrati regolari e irregolari. Spesso curiamo immigrati regolari, che però non parlano italiano, per cui la barriera linguistica resta insuperabile. In questi casi, se non si riesce a comunicare, l’assistenza diventa qualitativamente diversa, anche se possiamo offrire le stesse terapie garantite ai pazienti italiani. Senza un mediatore culturale, molte fasi della malattia oncologica non possono essere gestite nello stesso modo in cui avviene per i pazienti privi di barriere linguistiche”.
Gli immigrati “presenti, anche temporaneamente, sul nostro territorio hanno il diritto di accedere alle strutture sanitarie – spiega Filippo Pietrantonio, membro del direttivo nazionale Aiom - Il riconoscimento formale però non sempre corrisponde ad una vera presa in carico per le difficoltà culturali, burocratiche, amministrative, di informazione, che rendono particolarmente difficile per gli immigrati l’accesso alle cure. Queste persone troppo spesso arrivano alla diagnosi quando il cancro è già in uno stadio avanzato, a causa di scarsa prevenzione ed informazione. Va poi considerato il dramma dell’immigrazione irregolare, che non riesce ad accedere ad alcun tipo di controllo preventivo”. Alle ‘Giornate dell’etica’ vengono presentati, da Manuel Zorzi, direttore del servizio Epidemiologico Regionale di Azienda Zero, Registro Tumori del Veneto, i risultati di uno studio sull’incidenza dei tumori nella popolazione immigrata nella regione che ha coinvolto circa 4 milioni di persone dai 20 anni in su nel quinquennio 2015-2019, di cui 470mila provenienti da Paesi a forte pressione migratoria come Europa Orientale, Asia, Africa, America centro-meridionale. Gli stranieri provenienti da questi Paesi sono molto più giovani degli italiani e hanno un’età media di 40 anni (gli over 60 sono solo il 10%). L’incidenza dei tumori nei migranti è risultata significativamente inferiore (-26% nei maschi e -20% nelle femmine) rispetto a quanto osservato negli italiani. In particolare, il rischio di sviluppare la neoplasia della mammella è inferiore del 37% e il cancro della prostata del 29%.
“Nelle donne immigrate sono molto più diffusi i fattori protettivi nei confronti del carcinoma mammario, come la prima gravidanza in giovane età, un numero elevato di figli e l’allattamento al seno – chiarisce Alessandra Fabi, membro del direttivo nazionale Aiom - Per quanto riguarda il tumore della prostata, la maggior incidenza negli uomini italiani deriva da un eccessivo ricorso al test del Psa, che porta a un numero consistente di sovradiagnosi, cioè all’identificazione di tumori molto piccoli, in prospettiva indolenti, che non avrebbero dato segno di sé in assenza di diagnosi”.
Il tumore della cervice uterina, che fra le italiane sta diventando un tumore raro grazie alla diffusione dello screening con il Pap Test e l’Hpv test, presenta invece un’incidenza doppia fra le straniere. Negli ultimi 3-5 anni, il 78% delle donne italiane ha eseguito lo screening cervicale (all’interno di programmi organizzati o per iniziativa personale), questo valore si ferma al 67% nelle straniere. “Nei migranti il tasso di partecipazione agli screening è significativamente più basso – rimarca il presidente Perrone - Non dobbiamo dimenticare la resistenza rappresentata dall’imbarazzo, dalla scarsa informazione, dal pregiudizio di gran parte della popolazione immigrata, che considera una violazione l’esplorazione del proprio corpo. Il Piano oncologico nazionale 2023-2027 riconosce al migrante lo status di fragile e identifica, tra gli obiettivi strategici, l’aumento della copertura vaccinale e l’adesione consapevole alle campagne di screening. Serve un Piano della Prevenzione che consideri le diversità dei migranti”.
Aggiunge Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom: “Nel 2023, Aiom ha costruito un ponte della ricerca con il Perù e il Sud America, condividendo le linee guida sui principali big killer. L’obiettivo è stato promuovere anche in questi Paesi l’oncologia di precisione. Nel 2025, una delegazione di Fondazione andrà in Tanzania, all’Ospedale Bugando Medical Center di Mwanza. L’oncologia medica in questa città è operativa dal 1999, grazie a un’iniziativa del professor Dino Amadori, past president Aiom. In questi anni la nostra società scientifica ha svolto un ruolo importante nella crescita culturale dei professionisti in Tanzania, attraverso il contatto diretto con oncologi italiani al Bugando Medical Center e grazie alla loro frequenza periodica in centri del nostro Paese. Una collaborazione che ha portato, nel 2022, all’inaugurazione del Mwanza Cancer Center. Vogliamo continuare a sostenere l’attività clinica e promuovere la ricerca scientifica - conclude - intensificando i rapporti con i professionisti tanzaniani”.