Il diplomatico, Mark Lippert, ha ferite alle mani e alla guancia ma non è grave. L'aggressore, Kim Ki-jong, nel 2010 aveva attaccato l'ambasciatore giapponese lanciandogli un pezzo di cemento. E' un sostenitore dell'unificazione tra le due Coree e mentre colpiva gridava frasi contro le esercitazioni militari congiunte di Washington e Seul iniziate questa settimana
L’ambasciatore Usa in Corea del sud Mark Lippert è stato gravemente ferito con un coltello, intorno alla mezzanotte italiana, in un attacco compiuto dall’attivista sudcoreano pro-Pyongyang Kim Ki-jong. E’ stato ricoverato in ospedale ma non è in pericolo di vita. L’aggressore, 55 anni, è stato subito arrestato. Lippert, 42 anni, avrebbe dovuto partecipare a una conferenza sui rapporti intercoreani quando è stato aggredito da Ki-jong, che nel frattempo urlava frasi sconnesse sull’unificazione delle due Coree e contro le esercitazioni militari congiunte Usa-Corea sud cominciate questa settimana, che andranno avanti per un paio di mesi.
La lama affilata, lunga 25 centimetri, ha procurato a Lippert una serie di ferite a polso, dita e soprattutto alla guancia destra, dove gli sono stati applicati un’ottantina di punti di sutura, secondo i media sudcoreani. Il diplomatico, in carica da ottobre 2014, a 42 anni è il più giovane ambasciatore degli Stati Uniti mai nominato a Seul. Nella notte ha ricevuto una telefonata del presidente Barack Obama, di cui è amico personale. In precedenza è stato assistente segretario alla Difesa per gli affari della sicurezza dell’Asia e del Pacifico dal 2011 al 2012 e capo della segreteria dell’ex segretario alla Difesa, Chuck Hagel.
E’ la prima volta che un ambasciatore statunitense è oggetto di un attacco in Corea del Sud. Ma Kim Ki-Jong, membro del Korean Council for Reconciliation and Cooperation, non è nuovo a gesti del genere: nel 2010 aveva già colpito, scagliandogli contro pezzi di cemento, l’ambasciatore giapponese Toshinori Shigeie. Il gesto gli è costato una pena detentiva con la condizionale. Fonti di intelligence della Corea del Sud hanno riferito che ha visitato il Nord per sei volte tra il 2006 e il 2007 e ha tentato di costruire un memoriale dedicato al “caro leader” Kim Jong-il, morto a fine 2011, nel centro di Seul.
La presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, ha duramente condannato l’aggressione definendola un attacco all’alleanza bilaterale che non può essere tollerato. “L’ultimo incidente non è solo un atto di violenza fisica all’ambasciatore degli Usa a Seul, ma anche un attacco all’alleanza tra i due Paesi che non può essere perdonato”, ha riferito il segretario presidenziale per gli affari esteri, Ju Chul-ki.