“La lotta alla mafia deve essere di tutti, senza rappresentanti e simboli”. Parola del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, a due giorni dall’arresto di Roberto Helg, presidente della Camera di Commercio del capoluogo siciliana, accreditato come paladino della legalità, sorpreso ad intascare una tangente da centomila euro. “Un commerciante che denuncia il massimo rappresentante della sua categoria che vantava di essere un simbolo antimafia è una brutta e buona notizia allo stesso tempo”, dice il primo cittadino palermitano. L’allarme sui professionisti dell’antimafia lanciato da Leonardo Sciascia è dunque attuale? “La verità è che dobbiamo smetterla di accreditare soggetti come rappresentanti della lotta alla mafia, perché poi nascono storture”, dice Orlando. Che poi avverte: “Non c’è solo il caso Helg ma anche Confindustria che in nome della antimafia non parla dello scandalo dei rifiuti, e ritiene di stare al governo con propri rappresentati sia con Raffaele Lombardo che con Rosario Crocetta: i questo modo si alimentano interessi non chiari”. Il rischio per Orlando è che alla fine “la mafia si faccia una risata e continui a fare affari” di Giuseppe Pipitone e Pietro Giammona
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