L’Antitrust ha sanzionato le società Dieffe e Volley, rispettivamente per 70mila e 20mila euro, al termine di due distinti procedimenti in materia di pratiche commerciali scorrette. Le società, spiega una nota del Garante della concorrenza, vendevano prodotti per la casa presso il domicilio dei consumatori, attirandoli con un pretesto: la consegna di una fidelity card o di un catalogo omaggio, per comprare a prezzo scontato mobili e altri articoli. Il consumatore, in realtà, finiva per firmare inconsapevolmente un contratto che lo vincolava a fare acquisti per diverse migliaia di euro. A Volley S.r.l. l’Antitrust ha irrogato una sanzione amministrativa di 20mila euro “per condotte collegate a un’unica pratica commerciale scorretta ingannevole e aggressiva. In particolare, l’istruttoria ha dimostrato che la società ha prospettato ai consumatori, sia telefonicamente sia mediante successive visite a domicilio, la possibilità di ricevere gratuitamente una tessera che avrebbe consentito loro di acquistare, dal catalogo dell’operatore, articoli per la casa con sconti variabili dal 20 al 50%”. “Ottenuto l’appuntamento presso il domicilio del consumatore, la consegna del buono sconto – proposto come gratuito – veniva subordinata alla firma del modulo di adesione all’offerta: ciò implicava la sottoscrizione di un vero e proprio contratto per l’acquisto di prodotti per la casa”, rileva la nota. Per Dieffe S.r.l., già Ideal Casa S.r.l., la pratica commerciale si è realizzata con un “analogo meccanismo”.
Nel caso di Volley “soltanto una volta scaduti i termini per esercitare il diritto di recesso, i clienti ricevevano un’altra visita a domicilio durante la quale il rappresentante della società, per la prima volta, avrebbe reso palese la reale natura e finalità del modulo sottoscritto, intimando in alcuni casi ai consumatori di procedere all’acquisto immediato dei prodotti per l’importo indicato sul modulo o minacciandoli di intraprendere azioni legali per il recupero del credito vantato”. Nel caso di Dieffe la società ha promosso in particolare, mediante telemarketing e successive visite presso il domicilio dei consumatori, un catalogo – anch’esso proposto come gratuito – che avrebbe permesso di acquistare articoli per la casa, con sconti fino al 50 per cento. In realtà, il modulo sottoscritto dai clienti, dichiaratamente finalizzato al rilascio del catalogo e del “numero personale” per aderire alla promozione, consiste in un vero e proprio contratto per l’acquisto dei prodotti della società. Nel corso dell’istruttoria, sono stati accertati anche ostacoli al diritto di recesso: una volta scaduti i termini per esercitare il ripensamento, la società ha informato i consumatori della reale natura e finalità del modulo sottoscritto, prospettando come obbligatorio – in alcuni casi anche in maniera insistente e aggressiva – l’acquisto di prodotti presenti nel proprio catalogo. Da qui, la sanzione di 70mila euro irrogata dall’Antitrust.