Il presidente forzista Tamburrano nomina tre democratici a cui affida numerose deleghe, dall'istruzione ai trasporti. Il segretario dem pugliese: "Vanno contro le direttive degli organismi del partito. Rimettano subito le deleghe o sono fuori"
Partito Democratico e Forza Italia ci riprovano. Dopo lo stop imposto da Michele Emiliano quattro mesi fa con la minaccia di espulsione, l’inciucio per il governo della provincia di Taranto, torna a scuotere la campagna elettorale del segretario pugliese del Partito Democratico. Il forzista Martino Tamburrano, eletto cinque mesi fa con la nuova legge elettorale, ha infatti nominato il democratico Gianni Azzaro suo vice e affidato a Piero Bitetti, candidato nello schieramento che sostiene Emiliano come successore Nichi vendola, le deleghe alla Pubblica istruzione, Edilizia scolastica, Società partecipate, Protezione civile e Trasporti.
La notizia, pubblicata dal Nuovo quotidano di Puglia, ha immediatamente riacceso la bufera che pochi mesi fa proprio Emiliano aveva spento obbligando lo stesso Azzaro e tutti i democratici legati al deputato tarantino Michele Pelillo, ex assessore regionale al bilancio della giunta vendoliana, a non accettare le nomine. Un aut aut giunto anche allora in ritardo: Tamburrano, infatti, fu eletto presidente della provincia di Taranto proprio grazie ai voti dei democratici che ignorarono il nome di Gianfranco Lopane indicato proprio da Michele Emiliano. L’accordo era stato raggiunto nella campagna elettorale tra i vertici di Forza Italia e il triumvirato dem composto da Pelillo, Michele Mazzarano, consigliere regionale rinviato a giudizio per finanziamento illecito ai partiti, e l’assessore regionale alla sanità Donato Pentassuglia, imputato nella maxi inchiesta sull’Ilva ‘Ambiente svenduto’.
Pochi giorni dopo la sua elezione Tamburrano nominò Azzaro – capo gruppo Pd nel consiglio comunale di Taranto – ed Emiliano fu costretto ad annunciare la convocazione di un’assemblea regionale degli iscritti che avrebbe addirittura dovuto valutare se espellere gli autori dell’inciucio o meno. Una mossa che spiazzò tutti tanto da costringere proprio Pelillo a fare un passo indietro spiegando attraverso una nota alla stampa che per “rasserenare il contesto delle relazioni interne al Pd e al centrosinistra, mi faccio carico di rivolgere a Piero Bitetti e a Gianni Azzaro, un caloroso invito a rimettere le deleghe, in attesa del recepimento di un indirizzo del partito nazionale sulla questione del governo delle province e nel contempo, a mantener – comunque – la piena collaborazione istituzionale al fine di garantire la risoluzione delle situazioni più impellenti”. Pericolo scampato quindi, almeno fino a pochi giorni fa.
“Sulla vicenda della Provincia di Taranto – hanno scritto Emiliano e Musillo in una nota diffusa poco fa – da mesi i tarantini conoscono la verità ed è una sola. Il Pd regionale e provinciale si sono schierati pubblicamente fin dal primo momento contro qualsiasi accordo tra PD e Forza Italia. Abbiamo sostenuto Gianfranco Lopane, amministratore bravo e pulito, dando un’indicazione chiarissima e scontrandoci con chi sosteneva altre posizioni. Noi non abbiamo vinto le elezioni, ma abbiamo aggregato una grande massa di persone che hanno creduto nell’alleanza pura di centrosinistra. La notizia di oggi va contro tutte le direttive degli organismi del PD. I tre consiglieri che hanno accettato la delega dal Presidente devono rimetterla immediatamente nelle mani del Presidente se vogliono far parte del nostro partito. Nessun esponente del Pd – hanno tuonato i segretari – può far parte di un governo provinciale guidato da un Sindaco di Forza Italia. Confidiamo nella responsabilità dei tre consiglieri, chiedendo loro di dimettersi. Altrimenti la vicenda l’affideremo alla Commissione di Garanzia provinciale per procedere all’espulsione”. La minaccia, quindi, è la stessa: con Forza Italia o con il Partito Democratico. Non c’è alternativa.
E poco dopo la minaccia di Emiliano è giunto il primo risultato. Bitetti, attraverso un comunicato stampa, ha annunciato di aver rinunciato alle deleghe affidate da Tamburrano. “Il presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano – si legge nella nota di Bitetti – aveva chiesto collaborazione e assunzione di responsabilità a tutti i consiglieri provinciali. Il Pd ha accolto questo appello ed in quest’ottica ho accettato le deleghe. Per essere più chiaro – ha specificato l’ormai il candidato alle regionali e oramai ex assessore provinciale – non è stata una scelta personale. Ho voluto cioè offrire il mio contributo, sempre all’insegna di quello spirito di servizio che mi contraddistingue. Le Province, come sanno gli addetti ai lavori e come facilmente possono immaginare anche i cittadini, versano in condizioni pietose. Altro che potere, ci sono solo problemi gravosi da risolvere”.
Infine proprio Bitetti ha evidenziato il nuovo cambio di rotta del Pd rispetto all’alleanza con Forza Italia sottolineando che “il Pd ha cambiato orientamento circa l’appello lanciato da Tamburrano ed io ne ho subito tratto le conclusioni. Mi sono infatti dimesso rimettendo le deleghe nelle mani del presidente della Provincia ionica. Continuerò, come ho sempre fatto, ad offrire il mio apporto pur senza ricoprire incarichi particolari. Per fare del nostro meglio non abbiamo bisogno di ruoli”.