Tutti a occuparsi di Rai Way, in questi giorni. Non ci sono solo a Antitrust e politica studiare i rapporti tra Rai e Mediaset – che attraverso la controllata EI Towers ha lanciato un’offerta sul 100 per cento della la società pubblica delle torri televisive – ma anche la procura di Roma e l’Autorità Anticorruzione. Il sostituto procuratore Paolo Marinaro a piazzale Clodio e il commissario Raffaele Cantone a via Minghetti sono infatti alle prese con gli appalti di Rai Way all’epoca dello switch off , il passaggio al digitale terrestre: in 7 degli 8 lotti aggiudicati nel 2011, come ha constatato già l’Avcp, l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, Rai Way ha proceduto “in modo inadeguato e incongruo alla valutazione dei requisiti di capacità tecnica dei concorrenti”, violando “il principio di parità di trattamento” e favorendo alcune società a danno di altre. E, tra le favorite di allora, ecco una società secondo la concorrenza parente stretta di quella EI Towers che oggi vuole comprarsi Rai Way: la Syes di Lissone.
DIGITALE AL BANDO A segnalare la vicenda ai magistrati è Gianni Zamperini, presidente di Eurotel, società brianzola specializzata nella fornitura di apparati radiotelevisivi e storica fornitrice di Rai Way. Escluso dalle gare per la fornitura di “impianti di diffusione di classe 1 e 2 per le aree tecniche soggette a switch off nell’anno 2012”, Zamperini aveva scoperto, tramite un accesso agli atti, che 7 degli 8 aggiudicatari delle commesse – valore complessivo: 50 milioni di euro – erano, secondo lui, sprovvisti dei requisiti del bando. Nel febbraio 2014 l’Avcp gli aveva dato ragione, censurando l’operato di Rai Way e segnalando il caso alla Procura di Roma “per i profili di competenza”. Ora il dossier è atterrato sul tavolo di Cantone. E rivela un interessante retroscena nell’opa di EI Towers su Rai Way, che è solo l’ultimo atto (per ora) della telenovela italiana del DDT, il digitale terrestre già segnato al suo esordio, nel 2005, dallo scandalo dei decoder forniti da Paolo Berlusconi, poi continuato con le peripezie del Beauty Contest.
VINCITORI E VINTI La deadline per il passaggio al digitale terrestre in Italia era prevista per il 4 luglio 2012. Tredici mesi prima, nel giugno 2011, Rai Way aveva bandito due gare europee per la fornitura di impianti di classe 1 e 2. Pochissimi i concorrenti viste le clausole del bando, che chiedevano la prova di aver fornito, e per giunta a mezzo di un unico contratto del valore di almeno 6 milioni, apparecchiature analoghe a quelle, molto complesse e di grosse dimensioni, oggetto di gara. Alla gara europea hanno perciò partecipato solo in cinque per quattro lotti. E chi si è aggiudicato le commesse? Ecco: tra i vincitori troviamo la Syes di Lissone, che ha conquistato ben due lotti su otto, per un importo di circa 10 milioni di euro. Ma dov’è il contratto da 6 milioni? Non c’è. La Syes, secondo quando anche l’Avcp ha accertato, si è limitata a presentare una generica “attestazione di regolare esecuzione contratto” rilasciata da un suo cliente, la società Elettronica Industriale, anch’essa di Lissone.
MAGICO BISCIONE Curioso. Perché Rai Way ha preso per buona un’ attestazione così generica, ammettendo la Syes alla gara? Ancora più curioso: quella Elettronica Industriale che “garantiva” la Syes aveva sede in via Zanella a Lissone, allo stesso indirizzo della Syes. Le due società condividevano non solo lo stesso palazzo, ma anche la stessa mensa. E Rai Way non è mai stata sfiorata da un dubbio? In effetti, questa la tesi dei denunciati di Eurotel, Syes ed Elettronica Industriale erano due società praticamente parenti. Ed entrambe farebbero parte del magico mondo del Biscione. EI è, per le televisioni di Berlusconi, quello che Rai Way è per la Rai: il braccio tecnico. Lo è diventata nel lontano 1976, quando ancora Canale 5 si chiamava Tele Milano 58. E c’era Adriano Galliani, allora, alla guida della società. E’ stato lui a garantire il decollo delle trasmissioni via etere di Berlusconi; anche quando Galliani è passato al Milan, EI è rimasta la partner tecnica, l’unica, delle reti Mediaset (prima Canale 5, poi rete 4 e Italia 1, poi Tele più, ecc.).
CONFLITTO D’INTERESSI Col passare del tempo, da EI sono poi nate altre società più rivolte al mercato, come DMT, DMT System e, attraverso l’uscita di alcuni suo dipendenti, la famosa Syes che troviamo in gara per lo switch off. Dall’ennesima ristrutturazione di questo mondo, nel 2012, è poi nata quella newco EI Towers che adesso ambisce ad acquistare il controllo di Rai Way. E che ha sede, pure lei, in via Zanella. Ricapitolando, secondo Eurotel sono evidenti le “situazioni di conflitto di interessi, notorie e palesi, tra Syes ed Elettronica Industriale”, società entrambe “parte del gruppo Mediaset” con “intrecci societari tra controllante e controllato”.
DOSSIER CANTONE Il dossier oggi sul tavolo di Raffaele Cantone e di Paolo Marinaro segnala altre aziende che, secondo Eurotel, hanno conquistato le commesse di Rai Way senza avere i requisiti per partecipare alla gara per lo switch off: Rhode & Schwarz, Telsat, Italtelec, Nec Itali. C’è persino qualcuno (è la Cte Digital Broadcast) che, non avendo la certificazione Iso 9001 richiesta dal bando, si è avvalsa della certificazione di un’altra società, specializzata questa in allarmi antifurto per automobili e abitazioni. “Nulla a che vedere con i sistemi di trasmissione digitale in gara”, denuncia l’esposto Eurotel.
TRASPARENZA ADDIO Un sistema opaco, dunque, secondo Zamperini, che oltre agli appalti già censurati dall’Avcp ne segnala altri a suo giudizio poco trasparenti: due gare del 2013, una per impianti di trasmissioni in FM e l’altra per impianti di trasmissione in Val d’Aosta, che si sarebbero concluse “con ribassi fortemente anomali e anzi impossibili per normali operatori del settori”. Episodi che dovrebbero a suo giudizio spingere l’Anticorruzione ad intervenire con urgenza, monitorando e sorvegliando “con attenzione” tutti gli appalti di Rai Way che verrebbero assegnati in situazioni caratterizzate da “ricorrenti opacità o anomalie” e “sempre mediante i medesimi funzionari“.
COSI SYES Ma cosa dicono le aziende tirate in ballo con sospetti e accuse nelle vicende degli appalti già esaminate dall’Avcp e, di nuovo, nell’esposto di Eurotel all’Anticorruzione di Cantone? Ilfattoquotidiano.it ha interpellato sia Rai Way che Syes. Per quanto riguarda la prima, la risposta dei suoi rappresentanti è stata lapidaria: “Nessun commento“. Articolata invece la presa di posizione della seconda: “Noi vinciamo gare oneste in tutto il mondo, esportiamo professionalità e tecnologia d’avanguardia”, spiega il presidente di Syes, Gianni Brenta: “Per quanto riguarda gli appalti di Rai Way, abbiamo vinto correttamente la gara perchè disponiamo di tutte le risorse interne necessarie per fornire prodotti altamente competitivi”. Quanto ai legami con Mediaset e ai conflitti di interesse denunciati dalla concorrenza, Brenta rivendica una indipendenza assoluta: “Nessun rapporto societario con Mediaset, siamo soltanto dei loro fornitori”.