La casa editrice della famiglia Berlusconi potrà trattare fino al 29 maggio con il gruppo che edita il Corriere della Sera. I delicati equilibri tra i soci nel consiglio di amministrazione uscente non hanno permesso di arrivare a una decisione condivisa. L'amministratore delegato Pietro Jovane, sostenuto dal primo azionista Fiat Chrysler, deve però ridurre il debito per rispettare gli accordi con le banche
Finisce con una soluzione di compromesso e con un altro rinvio il consiglio di amministrazione di Rcs Mediagroup chiamato a decidere sull’offerta non vincolante presentata da Mondadori per Rcs libri. La casa editrice della famiglia Berlusconi potrà trattare in esclusiva fino al 29 maggio con il gruppo che edita il Corriere della Sera, in modo che il cda, si legge nella nota, abbia il tempo “per approfondire termini e condizioni dell’eventuale operazione”. Il mercato sembra dare l’accordo per fatto, visto che dopo la notizia dell’esclusiva il titolo Mondadori ha preso la via del rialzo e alle 14:30 guadagna l’8,83% ed è in progresso anche la società di via Rizzoli, a +2,54 per cento. Ma la scelta di prendere altro tempo (dopo che lunedì scorso il cda aveva stabilito di aggiornarsi a oggi) dice molto sull’incapacità degli azionisti di arrivare ad una decisione condivisa. Stando a fonti finanziarie hanno votato contro l’ex presidente del gruppo Piergaetano Marchetti e Attilio Guarneri, indicato dalla famiglia Rotelli.
La proposta arrivata da Segrate valuta i libri Rizzoli, Bompiani, Sonzogno, Adelphi, Marsilio e Fabbri meno di 150 milioni di euro a fronte dei circa 15 milioni di margine operativo lordo registrati nel 2014. Prezzo che alcuni tra i soci giudicano troppo basso. Ma per l’amministratore delegato Pietro Jovane, sostenuto da John Elkann che attraverso Fiat Chrysler è primo azionista del gruppo, sarebbe una dote preziosa con cui ridurre un indebitamento vicino ai 500 milioni. Fare cassa è urgente: i paletti finanziari (in gergo covenant) previsti dagli accordi con le banche creditrici, a partire da Intesa Sanpaolo che è anche socio con il 4%, prevedono che entro settembre 2015 l’indebitamento debba scendere a 180 milioni. In caso contrario scatterebbe la seconda tranche (200 milioni) dell’aumento di capitale varato nel luglio 2013. Un rischio che Jovane e il suo “sponsor” Elkann hanno tutto l’interesse a sventare accettando l’offerta di Mondadori, possibilmente prima dell’assemblea del 23 aprile che ha all’ordine del giorno il rinnovo del consiglio di amministrazione.
La data fissata come termine per arrivare al dunque, fine maggio, lascia però aperta la possibilità che a chiudere la vendita sia il prossimo organo di governo del gruppo. Sulla cui composizione ci sono ancora molti punti interrogativi visto che non sono noti né il numero né la composizione delle liste che vanno depositate entro fine marzo. Una farà sicuramente capo a Fiat, altre dovrebbero essere presentate dagli altri soci Mediobanca e Diego Della Valle. Più in forse il ruolo che intendono ritagliarsi Unipol, Pirelli, Intesa, Cairo e gli eredi di Giuseppe Rotelli. Al rinnovo del cda, per altro, è legata anche la scelta del nuovo direttore del Corsera: Elkann punta sull’attuale direttore della Stampa, Mario Calabresi, ma non è detto che riesca ad imporlo agli altri azionisti.
In un’intervista all’Espresso il premier Matteo Renzi ha detto di non essere “preoccupato” come il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini per l’eventuale cessione dei libri Rcs al gruppo di Silvio Berlusconi, ma di esserlo “per Rizzoli-Corriere della Sera il cui valore è stato distrutto da scelte discutibili. Mi dispiace da italiano che una grande azienda editoriale sia in difficoltà”.
La cessione della Libri, da sola, non sarebbe comunque sufficiente per rispettare i parametri fissati dagli istituti di credito. Servono più soldi. E si inquadra nella necessità di fare cassa anche l’avvio, deciso oggi dai consiglieri, di una negoziazione in via esclusiva “con un primario operatore finanziario” – secondo indiscrezioni il fondo Clessidra di Claudio Sposito – per la possibile cessione del 44,45% detenuto nelle radio Finelco: Radio 105, Virgin Radio e Radio Monte Carlo.