Un volto ritratto a metà, lo sguardo perso nel vuoto o nei ricordi, l’espressione di chi ne ha passate tante ma che va avanti con dignità. Lei è Ernestina Cristiano di San’Angelo a Scala (Av) ritratta da Francesca Cao, nel giugno 2010, dentro il container d’amianto dove ha vissuto per oltre trent’anni dopo il terremoto del 1980. E’ stata lì fino a gennaio 2011, anno in cui la protezione civile le ha donato una nuova casa di legno dove Ernestina si trasferì però senza il marito, morto per un tumore nel 2005.
La sua storia è uno dei simboli del dramma vissuto da molte famiglie del Sud Italia, spezzate dai danni riportati dal terremoto, testimonianza di chi ha dovuto vivere per anni in una situazione precaria e spesso intollerabile. Questo è uno degli scatti di Temporary Life, un progetto documentario e di ricerca di Francesca Cao iniziato nel 2010 a Messina, teatro nel 1908 di un terremoto considerato una delle sciagure naturali più gravi mai accadute in Europa, e terminato dopo tre anni di viaggio tra i Comuni che hanno vissuto lo stesso dramma.
In ogni Comune che attraversava Francesca ha raccolto le storie di chi, oltre ad avere perso la casa e i ricordi, è stato costretto a vivere in modo indegno anche anni dopo il sisma. Storie di persone che hanno perso tutto, di desolazione, di macerie ma anche di speranza come documenta Francesca nel suo viaggio alla ricerca della mancata o incompleta ricostruzione post sismica in Italia. Immagini di grande impatto emotivo che dal 6 marzo al 2 aprile saranno in mostra nella sede di Officine Fotografiche, a Roma, in occasione della decima edizione della manifestazione Obbiettivo Donna, nata per sostenere e promuovere l’arte, la fotografia e la musica al femminile.
A rendere ancora più particolare l’esposizione di Temporary Life sarà il suo allestimento perché gli scatti di Francesca saranno infatti il ‘fondo’ di scatole di cartone. Scatole di ricordi che raccolgono fotografie e oggetti che Francesca ha trovato, abbandonati sotto le macerie, nel corso delle sue ricerche e che contribuiscono a farci entrare nella storia. La mostra romana di Temporary Life (anche un libro a cura di Doll’s Eye Reflex Laboratory) è curata da Irene Alison e, come vi dicevo, è una delle tre esposizioni scelte per l’edizione 2015 di Obbiettivo Donna per rappresentare la documentazione fotografica al femminile.
Insieme a quello di Francesca Cao, infatti, ci saranno anche altri due interessanti progetti: Di Mastri e di botteghe di Liliana Ranalletta e The Beautiful Gene di Marina Rosso. Un percorso tra i vicoli romani alla ricerca dei mestieri antichi e spesso dimenticati il primo e una mappatura di uomini e donne coi capelli rossi che difficilmente rientrano negli ideali personali di chi si affida alle banche del seme, il secondo. Ma di questi ultimi due progetti ci sarà tempo per parlarne ancora.