Diritti

Lavoro minorile, questa nostra Italia che costringe bambini di otto anni a lavorare nei campi

Sembra un documentario girato nell’Italia del Dopoguerra, quando il lavoro minorile era generalizzato e sistematico nel nostro paese.

Invece è stata girata nei mesi scorsi e verrà presentata il 12 marzo a Catania dalla Cgil e dalla Flai Cgil. Si tratta di una inchiesta video curata da Massimo Malerba e Riccardo Napoli nella quale si documenta quel che accade tutte le mattine nelle campagne di Paternò, Adrano, Acireale, Aci Catena.

Furgoni che partono dai centri cittadini coordinati dai caporali per accompagnare ragazzi e ragazze minori, migranti e donne nei campi della Sicilia orientale. Sfruttati senza regole, contratti e controlli. Costretti ad alzarsi alle quattro del mattino senza avere la certezza di un lavoro e, soprattutto, di una paga equa e in regola e di un orario certo. Migliaia di persone pagate pochi euro al giorno costrette a sottostare alle regole imposte dai caporali.

“Quello che abbiamo scoperto è una realtà allucinante, fatta di sfruttamento estremo, di paghe da fame, di ricatti, di abusi” spiega Massimo Malerba “un viaggio disperante tra intere famiglie, compresi bimbi di 8/9 anni, caricati su fatiscenti pulmini destinati all’inferno delle campagne senza regole, di migranti magrebini che dormono in capanne di cartone, di lavoratrici rumene abusate dai padroni”

Un documentario/verità che non ha messo filtri di nessun tipo per raccontare e denunciare quel che accade in Sicilia ma che, probabilmente, si può riscontrare in tante altre parti d’Italia soprattutto del centro/sud. Massimo Malerba e Riccardo Napoli in “Terranera” hanno voluto far parlare le immagini e le testimonianze, avendo vissuto insieme a questi bambini, donne e uomini sfruttati per settimane. Fianco a fianco nelle campagne del catanese, del siracusano e del ragusano per un racconto che è molto diverso da ciò che leggiamo nelle prime pagine dei giornali a proposito del lavoro in Italia.

Non meraviglia che la Ong Save The Children proprio nei giorni scorsi abbia denunciato le difficoltà dei ragazzi siciliani nel proseguire gli studi, seppure in un Istituto Professionale. E parla di una Sicilia in cui la dispersione scolastica è ai massimi livelli in Italia, pari al 25,8%.

E non meraviglia che, sempre secondo Save the Children, in Italia 260.000 i pre-adolescenti, e cioè circa il 5% del totale nella fascia di età tra i 7 e i 15 anni, siano costretti a lavorare già giovanissimi, a causa delle condizioni familiari, di un rapporto con la scuola che non funziona o per far fronte da soli ai loro bisogni. E ben 30 mila minori tra i 14 e i 15 anni siano a rischio di sfruttamento. E che quasi la metà di questi siano bambine.

Ben vengano quindi documentari come “Terranera” che testimoniano queste situazioni. E nei prossimi giorni saremo tutti impegnarci a diffonderlo. Ma la denuncia da sola non basta. E sarebbe il caso che anche il Parlamento e il Governo  se ne rendessero conto e si attivasse al più presto una task-force per affrontare un problema che un paese che si vanta di appartenere al mondo industrializzato e di essere fra le maggiori economie del pianeta non può tollerare.