Le indagini sugli attentati di Parigi, tre giorni di paura e venti morti, non si sono mai fermate. E l’inchiesta ha portato al fermo di quattro presunti complici di Amédy Coulibaly, lo stragista del mercato kosher di Port de Vincennes. Tra questi anche una agente della gendarmeria nazionale. I fermi sono scattati nella cerchia di amici e conoscenze di Coulibaly, ucciso nel blitz delle teste di cuoio, il 9 gennaio scorso.
Secondo Europe 1, due dei fermati sono una coppia più che inconsueta. Con lei, Emmanuelle, agente della Gendarmeria Nazionale e lui, Amar, già fermato il 23 gennaio scorso per traffico d’armi e stupefacenti e sospettato di essere amico e complice del killer. Emmanuelle, che prestava servizio nella caserma di Rosny-sur-Bois – vero e proprio tempio dell’intelligence transalpina alle porte di Parigi – fu già sospesa dalle sue funzioni a inizio febbraio. Il principale sospetto che grava sulla gendarme convertitasi all’Islam è aver fornito assistenza al compagno. Dopo gli attentati, la donna – interrogata insieme agli altri tre fermati nella sede della polizia giudiziaria di Parigi, al 36, Quai des Orfèvres – ha consultato i tabulati informatici della gendarmeria legati al compagno Amar. Secondo gli elementi emersi dalla rete telefonica cellulare, l’uomo si trovava vicino ad Amédy Coulibaly poco prima degli attentati.
Secondo il settimanale Le Canard Enchainé l’uomo avrebbe anche avuto più volte accesso alla caserma di Rosny grazie alla partner. Intanto, nella Francia presidiata dai militari, un altro drone ha sorvolato un luogo sensibile del Paese, la scuola Orh Torah di Tolosa, lo stessa in cui il jihadista Mohamed Merah assassinò, nel marzo 2012, tre bambini e un insegnante. Secondo fonti giudiziarie, ad avvistare l’apparecchio telecomandato – l’ultimo di una lunghissima serie – sono stati i militari che presidiano la scuola nel quadro del piano antiterrorismo Vigipirate. La giustizia ha aperto un’indagine.
Domenica, due persone di 48 anni sono state fermate dalla polizia per aver fatto volare un drone sulla reggia di Versailles. “Era solo per filmarla dall’alto”, hanno spiegato agli inquirenti. Mentre il sito internet di Cesan, una scuola di fumetti situata nell’undicesimo arrondissement di Parigi, nel cuore della capitale, è stato piratato da sedicenti hacker dello Stato islamico (Isis). “Siamo dappertutto”, è scritto nel minaccioso messaggio pubblicato nella homepage del sito e accompagnato dalla bandiera nera del Califfato e litanie arabe in sottofondo. “Prendiamo molto sul serio questa vicenda, ci saranno delle conseguenze”, ha detto il responsabile pedagogico di Cesan citato dal Figaro.fr, riferendo che la scuola ha sporto denuncia. I fatti si sono svolti all’indomani della giornata ‘porte aperte’ di Cesan, sabato scorso 7 marzo. In quell’occasione, l’istituto aveva esposto caricature e disegni realizzati dagli studenti in seguito alla strage nella redazione di Charlie Hebdo.