Tra le vittime dello scontro fra elicotteri avvenuto a La Rioja in Argentina, durante le riprese del reality show francese “Dropped” trasmesso dal canale TF1, ci sono tre sportivi molto noti in Francia: Camille Muffat, medaglia d’oro di nuoto nei Giochi Olimpici di Londra; Florence Arthaud, velista che aveva battuto il record della traversata dell’Atlantico Nord in solitario e Alexis Vastine, medaglia di bronzo di boxe nei Giochi Olimpici in Cina nel 2008.

Giovane stella del nuoto ed erede designata dell’irruente Laure Manadou, Camille Muffat ha avuto una carriera breve, ma dal ricco palmares che conta tre medaglie olimpiche a Londra 2012 (oro sui 400 stile libero, argento sui 200 e bronzo con la staffetta 4×200), un titolo mondiale e tre titoli europei in vasca corta, oltre a 17 titoli nazionali. Nata in riva al mare, a Nizza, era salita alla ribalta nel 2005 quando aveva sconfitto a 15 anni la Manaudou ai campionati di Francia a Nancy. Proprio la rivalità con l’altra stella del nuoto francese, ne aveva fatto un personaggio sui media. L’estate scorsa, ha fatto scalpore la sua decisione di lasciare ad appena 25 anni lo sport agonistico. “Penso di essere abbastanza curiosa per esplorare qualcos’altro – aveva spiegato alla stampa – il corpo avrebbe potuto sopportare altri 10 anni, ma io sono padrona della mia vita”. “A volte la vita non è giusta…”, così Federica Pellegrini ha espresso il dolore per la scomparsa di Camille, postando su Instagram una foto che la ritrae con l’avversaria durante una manifestazione di nuoto.

Ventotto anni, originario dell’Alta Normandia, Alexis Vastine detto il “pugile maledetto” aveva commosso la Francia con le sua lacrime dopo i quarti di finale del torneo olimpico di Londra 2012, in cui era stato dichiarato sconfitto per una decisione arbitrale discussa e discutibile. Per lui era la seconda volta: anche a Pechino 2008 era stato protagonista di un’eliminazione controversa e si era dovuto accontentare di una medaglia di bronzo. Vastine si era sempre detto determinato a cercare riscatto a Rio de Janeiro, ma il corpo e la mente faticavano a tenere il ritmo della sua ambizione: “Dopo Londra aveva attraversato una depressione, e poi si era infortunato più volte – ricorda un dirigente della federboxe francese – Alexis faticava a rilanciare la sua carriera”.

Pioniera della vela al femminile, Florence Arthaud aveva fatto scalpore nel 1990 vincendo la Route du Rhum, traversata in solitario dalla Francia all’isola d’Oltremare della Guadalupa. Negli anni Novanta era stata tra i protagonisti delle grandi sfide velistiche, conquistando una nuova vittoria, con il team di Bruno Peyron, alla Transpacifica del 1997. Nota come “la fidanzata dell’Atlantico”, si era più volte lamentata dello scetticismo degli sponsor “quando si tratta di affidare una grossa barca a una donna”. In particolare nel 2010, ventennale della sua storica vittoria, gli armatori di un potente catamarano le preferirono un velista maschio. Nel 2011 aveva rischiato la vita al largo di Cap Corse, cadendo in mare in piena notte. Solo una lampada frontale e un telefono cellulare impermeabile, con cui allertò i soccorsi, le permisero di salvarsi.

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