Una bella sforbiciata. Ad alcuni dei privilegi più cari alla nomenklatura del Colle più alto. A quella lunga serie di consiglieri e funzionari che per decenni hanno scorazzato sulle vie di Roma e dell’Italia intera a bordo delle auto targate Quirinale. Con pochissime limitazioni. Adesso, invece, si cambia. E salvo pochissime eccezioni, il presidente in carica, il segretario generale e gli ex capi di Stato, tutti gli altri potranno utilizzare l’auto blu esclusivamente per ragioni di servizio e in orario d’ufficio. Con un ulteriore taglio per vedove dei presidenti e loro primogeniti conviventi: con l’esaurimento dei trattamenti in corso, anche per queste persone il servizio auto del Quirinale cesserà.
DIAMOCI UNA REGOLATA Ecco le novità che spuntano dal nuovo regolamento per l’assegnazione dell’uso della auto blu voluto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un regolamento entrato in vigore il 4 marzo scorso e che sta già sconvolgendo le consolidate abitudini della casta quirinalizia. Da anni questo generoso servizio era finito sotto il fuoco delle polemiche. E se ne era chiesto il ridimensionamento. Ma a parte qualche vaga promessa la questione era poi caduta nel vuoto. Era per esempio il 2007 quando l’allora presidente Giorgio Napolitano aveva fatto trapelare i suoi propositi di ridimensionamento del trattamento spettante agli ex capi di Stato. Una serie di privilegi, dalla segreteria al guardarobiere, dalla scorta al maggiordomo che forti polemiche avevano scatenato in seguito alle rivelazioni dei giornali. Passata la bufera, però, le cose erano rimaste immutate. Mattarella, invece, appena qualche settimana dopo l’arrivo al Colle, è passato direttamente ai fatti.
AGENDA APERTA Nulla di strano, a pensarci bene, per un presidente che gira in Panda, viaggia sui voli di linea (rinunciando a quelli di Stato), prende il treno e perfino il tram. Ma il fatto di aver messo la questione dei privilegi e dei trattamenti di favore del personale tra i primi impegni della sua agenda presidenziale ha comunque sorpreso consiglieri e funzionari costretti da un giorno a l’altro a tirare la cinghia e a rivedere consolidate abitudini in tema di utilizzo del parco macchine del Colle. Cominciando dai vertici supremi, d’ora in poi avranno diritto ad un’auto personale solo il presidente della Repubblica, gli ex presidenti e il segretario generale. Niente più vetture invece, per i vice segretari, i consiglieri e i funzionari. Per costoro non ci saranno più auto assegnate alla persona, ma un pool di vetture quirinalizie che possono essere utilizzate solo in caso di bisogno (“previa autorizzazione”), per ragioni di servizio e esclusivamente all’interno del territorio del comune di Roma. Il servizio comprende anche il trasferimento da casa all’ufficio. Ma con una limitazione: termina nell’orario serale con l’ultimo viaggio dal luogo di lavoro all’abitazione del beneficiario o presso altra destinazione da lui indicata. In questo caso, però, l’auto non resterà più ad aspettare come accadeva fino al 4 marzo: per rincasare l’interessato dovrà provvedere con mezzi propri.
DIRITTI ACQUISITI L’opera di moralizzazione e razionalizzazione non si ferma qui. Con il regolamento del 4 marzo, il presidente Mattarella ha abolito il diritto (a vita) di utilizzare un’auto con autista previsto per le vedove o il primogenito convivente degli emeriti defunti. La nuova norma, tuttavia, non è retroattiva. Resterà un regime transitorio che salva, per così dire, i diritti acquisiti. Dell’auto blu potranno quindi continuare ad usufruire, in base al vecchio regolamento, la moglie di Giovanni Leone e la figlia di Oscar Luigi Scalfaro, oltre che gli eredi degli ultimi due ex presidenti ancora viventi, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. In ogni caso, anche per costoro sono previsti nuovi paletti: l’uso dell’auto blu spetterà esclusivamente al titolare del diritto, non potranno utilizzarla figli, nipoti o altri parenti e sarà consentito salirci solo per gli spostamenti nel territorio di Roma.
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