Il successo europeo della Leon e i numeri della Ibiza non bastano per centrare l’obiettivo stabilito per il 2018. Le 100.000 auto che mancano per “centrare” il mezzo milione saranno due Suv, di cui il primo arriverà il prossimo anno, forse anche ibrido
Tornare indietro di 15 anni, nel 2000, quando si vendevano oltre 500.000 Seat in un anno. È questo l’obiettivo del presidente della Seat Jurgen Stackmann (nella foto in alto): visto che non dispone di una macchina del tempo, dovrà raggiungerlo nel futuro, precisamente entro il 2018, secondo quanto previsto dal piano strategico del gruppo Volkswagen. La strada imboccata sembra quella giusta, perché dal 2009 – quando è stato toccato il fondo delle 307.502 unità – i numeri sono sempre cresciuti e nel 2014 sono state 390.500 le Seat vendute, con una crescita del 10% sul 2013. Per arrivare al mezzo milione mancano circa 100.000 auto, cioè tutte le Cordoba vendute nel 2000, per fare un confronto ardito ma interessante. Infatti, a distanza di quindici anni, i modelli in gamma sono praticamente gli stessi e i loro risultati commerciali molto simili. In altre parole, per aumentare i volumi, occorre un prodotto nuovo e non potrà essere una Ibiza con la coda, sebbene la compatta dal nome andaluso fosse un’auto onestissima.
No, in questo periodo, se si vuole vendere, occorre un Suv, due è ancora meglio. In Seat lo sanno e hanno già detto che per il prossimo Salone di Ginevra sarà pronta la versione di serie della concept 20V20 esposta quest’anno (nelle foto). Il nuovo modello andrà a presidiare il segmento delle Suv medie (le “C-Suv”)e poi ne arriverà un altro più piccolo, che andrà a scontrarsi con tutti gli altri “B-Suv” (tipo Nissan Juke, Opel Mokka e Renault Captur), cioè quelli che cresceranno di più nei prossimi 10 anni. “Il nostro obiettivo è consolidare il trend di crescita”, ha dichiarato Stackmann durante una tavola rotonda con la stampa italiana al Salone di Ginevra. “Quest’anno lavoreremo sui modelli già disponibili in gamma e ci prepareremo all’arrivo del Suv compatto nel 2016”. Un modello che vorrebbe dare un nuovo respiro a tutto il marchio: “Vogliamo allargare la nostra offerta e trovare nuovi clienti – ha aggiunto Stackmann – elevandoci dalle auto più piccole a quelle medio-grandi, diventando un brand per tutti e non più solo per i giovani”.
Il Suv che arriverà il prossimo anno, inoltre, potrebbe anche avere un powertrain ibrido, diventando il primo veicolo Seat con questa soluzione. La trazione elettrica, invece, non è prevista “Ogni investimento che facciamo deve portare profitti, attualmente l’elettrico puro non è una tecnologia matura; ci sono problemi di autonomia, di costi e di facilità di utilizzo, per questo per ora non ci interessa – ha precisato Stackmann – e in ogni caso all’interno del gruppo l’innovazione tecnologica passa prima da Audi e da Volkswagen”. È chiaro che la priorità di Seat sia quella di trarre il massimo dalla gamma attuale. “Nel 2015 apriremo 100 nuovi punti vendita, di cui il 90% in Europa – ha aggiunto Stackmann – con l’obiettivo di consolidare il trend di crescita delle vendite degli ultimi due anni”.
In effetti, gran parte del successo di Seat è merito della famiglia Leon, che lo scorso anno è stata consegnata in 154.100 unità, cioè il 50% in più del 2013, superando per la prima volta la Ibiza, in flessione a 150.000 unità (-2,7%). Anche l’Italia ha dato il suo contributo con 5.341 Leon vendute (+102,3 %) su un totale di 12.679 Seat (+27%). “Vogliamo alzare il livello di posizionamento del brand – ha sottolineato Gianpiero Wyhinny, direttore di Seat Italia – i nostri modelli hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo e abbiamo raggiunto un alto livello di soddisfazione del cliente”. Un compito impegnativo, da portare avanti anche con i concessionari, che nel 2015 si uniformeranno tutti alla nuova identità del marchio.