Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle potrebbero portare elementi a favore dell’accusa e contro Mauro Moretti, se all’udienza per la strage di Viareggio, in programma l’11 marzo, confermeranno ciò che hanno già detto agli inquirenti. E cioè che “nel gruppo Ferrovie non si muoveva foglia se non per volere dell’ingegner Mauro Moretti” come disse l’ex presidente della Ferrari e socio fondatore della Ntv, concorrente di Trenitalia, di cui Moretti era l’amministratore delegato. Il manager – ora a Finmeccanica – è uno dei 33 imputati nel processo per il disastro ferroviario che nel 2009 fece 32 morti: a deporre sarà insieme a Montezemolo e Della Valle anche Giuseppe Sciarrone, come loro socio fondatore di Ntv (la compagnia di Italo). I capi d’imputazione del processo vanno dall’omicidio colposo plurimo al disastro ferroviario.
Moretti, secondo il legale Armando D’Apote, non avrebbe responsabilità nell’incidente, perché il gruppo da lui guidato non si è mai occupato di rotaie e vagoni, non era “operativo” come per altre società della holding, Rete Ferroviaria Italiana su tutte. Ma i pm Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino sono convinti di tutt’altro. E cioè che, per dirla con le stesse parole di Montezemolo depositate agli atti, “nel gruppo Fs non si muoveva foglia se non per volere dell’ing. Mauro Moretti”. Un ritratto che, se confermato, potrebbe aggravare la sua posizione nel processo: secondo l’accusa, infatti, l’ingegnere non avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per mettere in sicurezza il trasporto ferroviario. Nel novembre 2013 Della Valle aggiunse: “Pur ricoprendo il ruolo di capo della holding controllava direttamente tutte le funzioni delle società sottostanti”. Si legge nella sua deposizione: “Gestiva tutto in prima persona – passando attraverso varie società della sua holding – per cercare di contrastarci e di crearci problemi in tutti i modi, molto spesso facendo tutto questo a discapito di tutti i cittadini che viaggiavano sulle reti ferroviarie secondarie”. Il patron di Tod’s definisce Moretti come un uomo disposto a tutto, “arrogante”, con cui sarebbe impossibile avere “rapporti civili e costruttivi”. Il processo di Viareggio riaccende così lo scontro a distanza tra Ferrovie e Montezemolo e Della Valle, che avevano denunciato più volte gli ostacoli alla liberalizzazione del settore ferroviario e l’ostruzionismo nei confronti del nuovo competitor privato.