Parte dall’antichità passando dal Cinquecento per arrivare al Novecento in pittura, lungo il suo versante serale e notturno: "Una mostra che, come dice il titolo, vuole unire in un altrimenti impossibile incontro, il sentimento che scaturisce dalla fierezza del viaggio notturno di Tutankhamen e dallo straziato viaggio sotto la luna e le stelle di Vincent van Gogh", ha detto Marco Goldin, curatore e ideatore
E’ una mostra di capolavori, sensazioni, emozioni e simboli quella che ha preso vita vita a Vicenza presso la Basilica Palladiana dal titolo “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”. Millenni di storia dell’uomo e dell’arte, appuntati in una mostra che indaga dall’antichità passando dal Cinquecento per arrivare al Novecento in pittura, lungo il suo versante serale e notturno. Un poema che inizia lungo il Nilo, dove si sedimenta l’idea della notte del mondo abitata nel ventre delle Piramidi. Raccontata in mostra da reperti che, da soli, valgono il viaggio a Vicenza. Dal Museum of Fine Arts di Boston giunge per la prima volta in Italia un nucleo di tesori egizi stupefacenti: dal corredo della Regina Hetherphes, al volto di Tutankhamen re bambino sino ai Ritratti del Fayum, quando Egitto e Roma si avvicinano, a partire dalla fine del I secolo d. C.
Altri protagonisti della manifestazione saranno i dipinti-capolavoro che raccontano la notte piena o il tramonto o ancora i crepuscoli, la mareggiata di stelle, il giungere dell’alba. Si parte dal Cinquecento e dal Seicento, dai grandi veneti, lombardi e emiliani: Tiziano, Lotto, Bassano, Tintoretto, Savoldo, Caravaggio, Correggio, Carracci, per affacciarsi sui fiamminghi come Rubens o Elsheimer o De La Tour in Francia, El Greco e Zurbaran in Spagna, olandesi come Rembrandt e Van Honthorst, fino ai pittori del Settecento, da Magnasco a Füssli, ai preromantici come Wright of Derby, a Canaletto, Guardi. Poi la pittura americana, con un occhio particolare alle meraviglie di Church e via via fino a Hopper. In ambito francese Millet, Corot, Courbet e, tra gli impressionisti Whistler dapprima e poi Manet, Cézanne, Pissarro, Monet, Gauguin e infine Van Gogh. A lui sarà riservato un omaggio particolare: 10 opere “da museo”, tant’è che a concederle sono il Van Gogh Museum di Amsterdam e il Kröller-Müller Museum di Otterlo, vale a dire i due templi dell’arte di Vincent.
Curata e ideata da Marco Goldin, è prodotta da Linea d’ombra in collaborazione con il Comune di Vicenza, la Fondazione Teatro Comunale della Città di Vicenza (con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, main sponsor il Gruppo Segafredo Zanetti). “A testimoniare – chiosa Goldin – il senso di una notte che non è più soltanto il risultato di un vedere fisico e riproduttivo, ma interiore e determinato dalla profondità psicologica, del sogno e della memoria. In una mostra che, come dice il titolo, vuole unire in un altrimenti impossibile incontro, il sentimento che scaturisce dalla fierezza del viaggio notturno di Tutankhamen e dallo straziato viaggio sotto la luna e le stelle di Vincent van Gogh. Quando la notte è la rappresentazione della vita, il suo limite e insieme il suo culmine che si oltrepassa nello spazio del tempo”.
Il percorso traguarda anche Van Gogh e l’Ottocento e, passando per l’emozione di Böcklin, conduce l’esposizione verso il nuovo secolo per incontrare Matisse prima e Bonnard poi, sperimentando molte incursioni dentro l’opera di alcuni strepitosi pittori di metà Novecento, per esempio da De Staël a Rothko a Bacon, fino alla chiusura con lo spagnolo Lopez Garcia e con un pittore americano straordinario, scomparso nel 2009, qual è Andrew Wyeth. Negli spazi della Basilica Palladiana fino al 2 giugno 2015 saranno esposte 80 opere; il logo scelto della mostra è “Sentiero di notte in Provenza” celeberrimo dipinto di Van Gogh.