Pitruzzella apre un'istruttoria a 360 gradi sull'operazione per accertare non solo l’eventuale creazione o rafforzamento di una posizione dominante nel mercato delle infrastrutture per la radiodiffusione televisiva e sonora, ma anche nei diversi mercati a valle in cui è presente il gruppo Berlusconi: digitale terrestre e raccolta pubblicitaria
Il polo che nascerebbe dalla concentrazione tra Ei Towers e Rai Way avrebbe “come clienti i due principali operatori di rete” e del “mercato della raccolta pubblicitaria” in tv. E così “Mediaset sarebbe potenzialmente in grado di influenzare le condizioni competitive del suo principale concorrente”. A sostenerlo è l’Antitrust che ha deciso di aprire un’istruttoria sull’offerta di Cologno Monzese per la società pubblica delle torri televisive che, in caso di successo, “andrebbe ad eliminare l’unico concorrente nazionale” di Ei Towers nel settore delle torri tv, facendone l’unico gruppo a disporre “di una rete infrastrutturale” per la trasmissioni televisive “nell’intero territorio nazionale”, con una quota di mercato “di oltre il 70%”. L’istruttoria, che dovrà concludersi entro 45 giorni, è volta ad accertare l’eventuale creazione o rafforzamento di una posizione dominante nel mercato delle infrastrutture per la radiodiffusione televisiva e sonora. Tuttavia, come ventilato nei giorni scorsi, in considerazione della natura “verticalmente integrata” del gruppo Mediaset, di cui Ei Towers fa parte, è anche volta a verificare i possibili effetti sulla concorrenza nei diversi mercati a valle in cui il gruppo è presente, tra cui in particolare quelli della diffusione televisiva terrestre in tecnica digitale (broadcasting digitale) e della raccolta pubblicitaria sul mezzo televisivo.
“Ulteriori circostanze che potrebbero determinare diversi rischi di natura concorrenziale riguardano i rapporti in essere tra Rai e Rai Way, anche alla luce degli obblighi di servizio pubblico di Rai, che sembrano creare un legame permanente tra le due società”, si legge nel provvedimento dell’Authority di Giovanni Pitruzzella. Il garante della concorrenza, quindi, mette in luce i rischi legati al possesso in capo a Rai Way “degli impianti di diffusione relativi ai multiplex Rai“. La società delle torri pubbliche, in pratica, “dispone di uno degli elementi essenziali per lo svolgimento dell’attività di broadcasting digitale di Rai”. E, in caso di acquisizione da parte di Ei Towers, Mediaset potrà così “disporre, e controllare l’operabilità, degli impianti necessari alla diffusione dei multiplex televisivi del principale concorrente” e vedrà così “incrementare il proprio potere di mercato nei mercati del broadcasting digitale e nei mercati posti a valle”, come appunto quello della raccolta pubblicitaria. Ma tra i rischi dell’operazione “non si possono escludere effetti di tipo coordinato tra il gruppo Mediaset e Rai”. Perché, nel caso in cui l’offerta andasse a segno, la Rai diventerebbe azionista di Ei Towers (al 14%) con la possibilità di “un parziale allineamento degli incentivi dei due operatori”. Per altro la concentrazione “avviene temporalmente a seguito della collocazione sul mercato di parte delle azioni di Rai Way, circostanza che avrebbe potuto comportare una nuova strategia competitiva per l’impresa. In precedenza, infatti, si è rilevato che Rai Way potesse esercitare una concorrenza di tipo potenziale, attuando una strategia “più orientata allo sfruttamento commerciale, nell’uso delle proprie risorse”, e “idonea a costituire un vincolo concorrenziale futuro”.
A poco valgono, poi, le repliche di Mediaset che nei giorni scorsi aveva sottolineato di aver già rivisto i suoi standard in occasione dell’acquisizione di Dmt (oggi Ei Towers) in linea con i rilievi dell’Antitrust. “In occasione della concentrazione tra Elettronica Industriale e Digital Multimedia Technologies30, l’Autorità ha rilevato che EI Towers è potenzialmente in grado di impedire l’attività di concorrenti nei mercati a valle − ossia degli operatori di rete, nel broadcasting digitale, e dei fornitori di servizi media, attivi sia nel mercato della raccolta pubblicitaria sia nel mercato della tv a pagamento − attraverso una preclusione parziale o totale a livello dei fattori di produzione idonea ad avere effetti negativi sulla concorrenza nei mercati a valle”, spiega il garante ricordando appunto che l’operazione del 2011 era stata autorizzata condizionandola all’adozione di diverse misure volte a sterilizzare gli effetti anti-competitivi sul mercato delle infrastrutture per la radiodiffusione televisiva e sui mercati a valle. Sterilizzazione che ora non sarebbe più sufficiente, visto che verrebbe a mancare l’ago della bilancia, Rai Way. “Allo stato non si ritiene che l’estensione delle misure imposte dall’Autorità in seno alla predetta operazione di concentrazione sia in grado di scongiurare i potenziali effetti anticompetitivi di natura orizzontale e verticale derivanti dalla presente operazione – spiega l’Authority – Infatti, tali misure sono state ritenute sufficienti a scongiurare i pericoli concorrenziali della concentrazione tra Elettronica Industriale e Digital Multimedia Technologies nello specifico contesto di mercato in cui l’operazione si poneva, in cui Rai Way esprimeva un vincolo concorrenziale di tipo potenziale”. La concentrazione, quindi, modifica il contesto di mercato, eliminando l’unico concorrente presente sull’intero territorio nazionale in grado di esercitare, almeno in via potenziale, “una significativa disciplina concorrenziale nei confronti” di EI Towers “dell’operatore risultante dalla concentrazione”. Inoltre, “si deve osservare che, da quanto emerge dal Prospetto di collocamento delle azioni di Rai Way, quest’ultima è proprietaria delle infrastrutture di tipo attivo, nello specifico gli impianti di diffusione, con cui si diffonde e trasmette il segnale di Rai e non solo delle infrastrutture di tipo passivo, vale a dire le infrastrutture in cui vengono ospitati gli impianti. La concentrazione, quindi, incide sull’erogazione di un insieme di servizi più ampio rispetto a quello oggetto delle misure sopra richiamate”.
Questo per quanto riguarda infrastrutture tv, diffusione televisiva sul digitale terrestre e raccolta pubblicitaria. Capitolo a sé la radio, mercato nel quale le nozze Rai Way -Mediaset comporterebbero “la costituzione di un unico operatore nazionale che dovrebbe detenere tra il 45% e il 50% dei siti di trasmissione utilizzati per la radiodiffusione sonora”. Non è dunque da escludersi a priori la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante che sarà verificata. Per quanto riguarda invece la telefonia, “l’operazione comporterà una marginale sovrapposizione orizzontale tra le attività delle due società. Per entrambe le imprese, infatti, la fornitura di servizi di ospitalità ad operatori di reti di telecomunicazioni mobili costituisce un’attività di dimensione trascurabile nell’ambito del mercato complessivo” ed è già esclusa la posizione dominante. Con o senza telefoni, però, viste le premesse la strada del gruppo Berlusconi verso le torri della Rai sembra più che in salita.