Parla Domenico Migliaccio, il titolare dell’Arterìa, il locale in pieno centro a Bologna, finito su tutti i giornali per un presunto caso, venerdì sera, di discriminazione razziale all’ingresso. Il caso era stato riportato in un articolo del quotidiano La Repubblica, e aveva scatenato reazioni molto dure, con esponenti dell’amministrazione comunale che avevano invitato persino a boicottare la discoteca, come l’assessore Amelia Frascaroli al fattoquotidiano.it . “La realtà dell’Arterìa è sostanzialmente diversa per storia, per biografia. Noi abbiamo normalmente una programmazione di musica che attira soprattutto gente di colore. Da qui a parlare di apartheid, ce ne passa”, ha spiegato Migliaccio al Fatto Tv. Poi il gestore della discoteca invita ad andare sulla pagina Facebook del locale: “Venerdì sera c’era un fotografo e guardate negli album fotografici quante persone con la pelle nera c’erano. Quella sera, ma in generale anche in tutte le immagini dei giorni precedenti”. Ma allora perché la giornalista e il rifugiato del Mali vengono fermati all’ingresso? “Io non c’ero personalmente. Da quello che mi riferisce l’agenzia che si occupa della sicurezza per il mio locale, mi risulta che è stata trattenuta fuori una persona per qualche minuto per fare delle valutazioni, dopodiché i due sono stati invitati a entrare”. Poi Migliaccio spiega su quale una persona possa essere lasciata fuori dal locale: “Le nostre direttive sono di tenere fuori persone alterate, per esempio ubriache, o che si presentano in maniera minacciosa” di David Marceddu
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