Ci sarà anche l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul banco dei testimoni nel processo “Breakfast” che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola con l’accusa di aver aiutato il latitante Amedeo Matacena (ex parlamentare di Forza Italia) a trasferirsi da Dubai in Libano. Il Tribunale di Reggio Calabria ha accolto la richiesta di Martino Politi, lo storico braccio destro di Matacena e imputato nello stesso processo. Oltre a Berlusconi, saranno testimoni Marcello Dell’Utri e Amin Gemayel, l’ex presidente del Libano al quale, stando alla ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia, si sarebbero rivolti Vincenzo Speziali e Scajola affinché Matacena potesse raggiungere Beirut. Nell’inchiesta, infatti, ci sono tutta una serie di intercettazioni che dimostrerebbero i contatti tra Speziali, residente in Libano, e Scajola che aveva a cuore le sorti di Matacena ed era in rapporti con la moglie del latitante, Chiara Rizzo.
A casa di Scajola inoltre la Dia aveva recuperato anche un fax con alcuni appunti scritti in francese che, secondo gli investigatori, sarebbero le indicazioni per la richiesta di asilo politico da formulare alle autorità libanesi in favore di Matacena. In particolare, si legge nella lista testi presentata dall’avvocato Corrado Politi (difensore di Martino Politi), Berlusconi dovrebbe riferire in aula “sulle ragioni della mancata candidatura del Matacena alle elezioni politiche 2001 e sui rapporti di quest’ultimo con Scajola e Marcello Dell’Utri”. Ma anche “sulle sue personali conoscenze circa le intenzioni di Dell’Utri di conseguire rifugio politico in Libano ed eventuali accostamenti della vicenda Matacena”.
Su quest’ultimo punto, Il Tribunale di Reggio Calabria sentirà anche Marcello Dell’Utri, detenuto a Rebibbia dopo la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. La sua breve latitanza a Beirut, secondo la Dia, potrebbe avere punti di contatto con l’affaire Matacena. Troppe, per la Procura, le similitudini tra la fuga del politico siciliano con il tentativo di Matacena, ancora latitante, di raggiungere il Libano. Ecco perché Dell’Utri dovrà riferire sui suoi rapporti con alcuni imputati e indagati del processo “Breakfast” e, soprattutto, “in relazione al presunto spostamento del Matacena in Libano”.
In totale sono circa 200 i testimoni chiamati in aula dal collegio difensivo, mentre sono una quindicina, invece, quelli della lista del pubblico ministero Giuseppe Lombardo che ha coordinato l’inchiesta sulla latitanza e gli affari di Amedeo Matacena e della moglie Chiara Rizzo. Il Tribunale vuole sentire anche Bruno Mafrici, il sedicente avvocato indagato nell’altro filone dell’inchiesta “Breakfast”, amico dell’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito e dell’esponente dei Nar Lino Guaglianone.
Aggiornamento del 19 dicembre 2022
Il gip presso il Tribunale di Reggio Calabria ed il gip presso il Tribunale di Genova, a cui il procedimento era stato trasmesso dal Tribunale di Milano per ragioni di competenza territoriale, hanno disposto l’archiviazione di tutte le accuse originariamente formulate nei confronti di Bruno Mafrici e a cui fa riferimento il presente articolo.