La tournée inizia il 12 marzo dal teatro Rossini di Pesaro: “Credo che sia l'oscillare tra momenti emozionali e commoventi, almeno per me, e momenti nei quali prendo in giro proprio questa mia attitudine sentimentale a creare una 'frizione' capace di coinvolgere il pubblico”, ha detto il cantautore a FQ Magazine. Tra banchi d'università e musica, popolarità crescente e 'attitudine alternativa', Brunori svela la formula per scrivere una bella canzone
DARIO BRUNORI, INTERVISTA CON LIBRERIA – Sognatore, ma realista. Così appare Dario Brunori mentre racconta di sé, della sua vita fra musica e banchi di università: “Perché a casa mia andava bene dare spazio ai propri sogni purché fossero ‘trattati’ come hobby: sono un dottore in economia e commercio – dice, sorridendo – insomma, mi devo comunque mantenere un’alternativa quando questo imbroglio della Brunori Sas finirà”. Incontriamo il cantautore calabrese a Milano, a casa del suo socio, Matteo Zanobini (con il quale ha fondato l’etichetta indipendente Picicca). In pochi minuti spostano poltrone e tavolini, per rendere più confortevole l’angolo del salotto che abbiamo scelto per l’intervista. “Ci terrei a dare l’impressione, finta ovviamente, del cantautore impegnato, socialmente responsabile, equo e solidale, differenziato e riciclabile, eppure non ci riesco – scherza Brunori – per questo stiamo facendo l’intervista con me seduto davanti a una libreria, per dare l’idea di un uomo di cultura”.
“UN ‘ALTERNATIVO’ NAZIONAL-POPOLARE” – Ironia è la parola chiave per comprendere questo 37enne che fa la spola tra un piccolo paesino della Calabria e le città toccate dai suoi tour. Occhiali, barba folta e appeal da ‘artista serioso’, ‘rompe le righe’ con una risata perché – come dice lui – non bisogna ‘prendersi troppo sul serio’. Dall’esordio nel 2003 al primo disco con lo pseudonimo di ‘Brunori Sas’ (2009), dal premio Tenco all’apertura del tour di Ligabue negli stadi fino all’album “Vol.3 Il cammino di Santiago in taxi”, il cantautore calabrese ha visto crescere la propria popolarità, mantenendo un’ ‘attitudine indipendente‘: “La mia linea guida è fare cose che, prima di tutto, incontrano il mio gusto e, considerato che nel ‘mainstream’ ci sono molte proposte che non mi piacciono, mi sono guardato intorno e ho trovato il mio territorio naturale nel fantomatico ‘circuito alternativo’. D’altra parte, mi sento abbastanza nazionalpopolare anche se in modo diverso da quella che può essere la programmazione delle radio: credo, semplicemente, che la mia proposta possa essere compresa da un pubblico vasto, che poi è quello presente ai miei live”.
MAMMARELLA SAS – “Ora, mi rendo conto che sto per dire una cosa dirompente anzi, forse è una novità anche in ambito psicologico questo fatto della ‘mamma come figura fondamentale’ ma devo dire che la mia, per me, lo è stata. Ho preso da lei sia il mio lato nostalgico che quello divertente. E’ una donna ironica, che si mette in gioco”. E che ‘Mammarella Sas” sia divertente non è difficile da verificare: basta un’occhiata al suo profilo Facebook per capire come mai i fan di Dario le vogliano bene forse più che a Dario stesso.
BRUNORI IN BREVE – Visto il clima di ‘ponderata schiettezza’ viene quasi naturale coinvolgere Brunori in una ‘versione short’ e con qualche variante del famoso Questionario di Proust che “il buono, se breve, è due volte più buono”.
La tua idea di felicità?
Non cercarla a tutti i costi
La persona che ammiri di più?
Matteo Zanobini (ridono, e tocca rifarla. A favore di camera)
Chi sono i tuoi eroi nella vita di tutti i giorni?
Non ho né santi né eroi
La virtù più sopravvalutata?
L’altruismo
Il posto in cui vorresti vivere?
Quello in cui vivo
La cosa che possiedi e alla quale sei più affezionato?
La mia Megane Scenic del 2004
La qualità che ammiri di più in un uomo?
L’autoironia
E in una donna?
L’autoironia
Il tuo motto.
La prudenza non è mai troppa
Il personaggio di un romanzo che vorresti essere?
Moscarda, di Uno, nessuno e centomila. E’ un libro che mi ha cambiato. E’ la narrazione di un percorso di consapevolezza, mi affascina molto.
La formula per scrivere una bella canzone?
Io sono un fautore della ‘scrittura spontanea’… Sono legato alla ‘scrittura che deve arrivare’, come diceva Bukowski. Molti artisti seguono ‘una disciplina’ per scrivere, penso a Nick Cave o a Woody Allen ad esempio. Ma la verità è che io non riesco a far funzionare le canzoni né quando mi vengono spontanee né quando le studio, quindi la mia formula è sempre una formula sbagliata”.