Forza Italia e Pd insieme per chiedere a Raffaele Cantone di stare al suo posto. Secondo il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione tra i quattro senatori che ricoprono cariche di vertice negli ordini sanitari c’è un caso di incompatibilità: si tratta di Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente dell’ordine dei farmacisti di Bari e parlamentare Fi a Palazzo Madama. E’ bastato porre la questione davanti ai colleghi per far salire sulle barricate gli azzurri e i democratici: “Eccesso di zelo”, “non parliamo degli assenti”, “c’è il rischio di una deriva dell’incompatibilità”. A difesa di Cantone solo la deputata ora Ncd-Udc Paola Binetti, Gian Luigi Gigli (Per l’Italia) e il Movimento 5 Stelle.
È giunto a questo punto il braccio di ferro che da mesi contrappone l’autorità presieduta da Cantone, gli ordini professionali e la politica che fa quadrato attorno ai parlamentari coinvolti. Mercoledì 11 marzo, durante l’audizione del presidente dell’Anac alle commissioni riunite di Affari Costituzionali e Affari sociali della Camera, il Pd si è allineato alle posizioni di Fi contro lo stesso Cantone. “Solleciterei un’approfondita riflessione dell’Anac, perché un’istituzione è più credibile se manifesta il rispetto per taluni passaggi di carattere costituzionale… altrimenti si corre il rischio di un eccesso di zelo”, ha ammonito il presidente di Affari Costituzionali alla Camera, Francesco Paolo Sisto (Fi) rivolto a Cantone. A precederlo la deputata Pd Donata Lenzi, che anziché sostenere le iniziative dell’Anac ha detto di temere “una deriva dell’incompatibilità che ci porti al parlamento degli incompetenti”. Di fronte a queste critiche Cantone ha però rilanciato: “Noi andremo avanti. E Presidenti e consiglieri degli ordini dovranno pubblicare anche redditi e patrimoni”.
Nella Sala del Mappamondo, Cantone ha presentato una nuova delibera dell’anticorruzione che interviene sulla posizione dei senatori Andrea Mandelli e Luigi D’Ambrosio Lettieri, entrambi di Forza Italia e rispettivamente presidente e vicepresidente della Federazione nazionale dei farmacisti, Annalisa Silvestro (Pd), presidente della Federazione degli infermieri e Amedeo Bianco (Pd), presidente della Federazione dei Medici, che ancora oggi continuano a ricoprire il doppio incarico di parlamentare e presidente dell’ordine (anche se Bianco ha già comunicato che rinuncerà a ricandidarsi): “Abbiamo ritenuto che in uno dei 4 casi ci sia incompatibilità tra le cariche. Negli altri casi l’incompatibilità non c’è perché la norma transitoria prevede che il decreto non si applichi a quegli uffici che sono stati assunti prima dell’entrata in vigore del decreto 39”, ha detto Cantone.
Secondo la nuovissima delibera Anac il senatore Lettieri (Fi) non può più ricoprire la carica di Presidente dell’ordine interprovinciale di Bari Barletta-Adria-Trani per incompatibilità mentre gli altri, Mandelli e Silvestro non potranno candidarsi per il rinnovo delle cariche previsto nei prossimi giorni. Per tutti i casi Anac ha infatti verificato le reali funzioni dei presidenti degli ordini e scoperto che prevedono poteri gestionali diretti e in quanto tali incompatibili con la carica di parlamentare.
La posizione di Cantone e il contrappunto dei deputati grillini in commissione hanno però fatto saltare sulla sedia le deputate Pd e il presidente Sisto. “Non si può parlare di lobby” ha voluto precisare Anna Margherita Miotto (Pd) “per il Pd ci sono due senatori, per altro validissimi, che rappresentano due professioni (medici e infermieri) non propriamente allineate”. E ancora la deputata Lenzi: “Stiamo parlando alla Camera di senatori assenti, che non possono difendersi. E su questo vorrei spezzare una lancia, perché temo che una deriva dell’incompatibilità ci porti al parlamento di incompetenti”. “La presenza di magistrati, avvocati e altri professionisti – ha continuato – danno a questo parlamento la capacità di entrare nel merito dei singoli problemi”. Una posizione condivisa dal presidente Sisto “credo si debba cedere il passo all’accertamento parlamentare.. Se un’istituzione (Autorità anticorruzione) diventa una forma di badge per tutte le forme di garanzia, credo si corra il rischio di un eccesso di zelo che poi non sempre ha un ritorno dal punto di vista della democrazia parlamentare”.
Oltre ai deputati pentastellati, solo il deputato Gian Luigi Gigli (Per l’Italia – Centro democratico) e la deputata Ndc-Udc Paola Binetti, sono intervenuti a sostegno delle posizioni dell’anticorruzione: “Come medico, io non so se la norma esattamente dica che si possa o non si possa ricoprire contemporaneamente certe cariche” ha detto Binetti nel suo breve intervento “ma ad occhi esterni quel che si configura è una sorta di lobby. E su questo, in termini di opportunità politiche, c’è moltissimo da eccepire”.
L’audizione si è conclusa con la risposta di Cantone che, sulle obiezioni sollevate dalla deputata Pd Lenzi e dal Presidente Sisto, ha precisato come “l’incompatibilità non ha niente a che vedere con l’incompetenza. Il legislatore ha ritenuto che in alcuni casi bisogna evitare la sovrapposizione di funzioni: significa semplicemente che lo stesso soggetto non può contemporaneamente assumere due cariche”. Ovvero, il presidente di un ordine può tranquillamente diventare parlamentare, basta che scelga solo una delle due possibilità. “Il legislatore ha cristallizzato una questione che ha a che vedere con i conflitti di interesse”.
Mentre Pd e Forza Italia facevano quadrato, il presidente dell’Anac ha ribadito le posizioni dell’Authority (“per noi gli ordini professionali sono certamente enti pubblici e in quanto tali assoggettabili alle norme anticorruzione e per la trasparenza”), e ha annunciato nuove delibere. Che, ha detto, “saranno motivo di preoccupazione per gli ordini professionali”. Le corporazioni infatti saranno presto sottoposte non solo agli obblighi di trasparenza su tutte le spese, le consulenze e gli incarichi, ma presidenti e consiglieri dovranno rendere noti redditi e situazione patrimoniale. E c’è da scommettere che su questo punto la battaglia sarà ancora lunga.