Cucina

Carlo Cracco presenta il suo “Dire, fare, brasare”: “La televisione è un mondo violento. Ma io non mollo”

A Roma per promuovere il nuovo libro, lo chef torna sulla 'polemica Masterchef' e si lascia andare a una considerazione sul mondo dello show business: "Non è un mondo facile, che ti accoglie. Anche la cucina non è semplice, però se entri in cucina è perché hai i numeri, in tv non è sempre così. I primi giorni facevo telefonate dicendo: 'a me sembra una gran stronzata, non mi trovo bene, mi sembrano tutti matti e io voglio andarmene"

“Io ho sempre amato cucinare tutto, ho fatto anche cose che non mi piacevano, come i molluschi, di ogni genere, frutti di mare particolari, penso agli anemoni di mare, per esempio, che hanno un colore e un odore insopportabili. Però fa parte del mestiere, li devi conoscere, anche se poi non li usi. Quello che è importante, secondo me, non è saper cucinare, perché non è un obbligo. Quello che è un obbligo è saper mangiare, che è la cosa fondamentale. E si impara mangiando tanto e cercando di capire quello che mangi, come è fatto, da dove arriva e come è. Se uno mangia bene sta anche bene”. Così Carlo Cracco alla presentazione romana del suo nuovo libro, “Dire, fare, brasare”.

E quanto alle recenti polemiche su Masterch? “Nicolò farà uno stage da me, lui è un bravissimo ragazzo, questa cosa di essere una piccola star televisiva non lo aiuterà a mantenere l’equilibrio, ma già il fatto che lui voglia lavorare e adeguarsi a quelle che sono le regole, i ritmi e la strada ‘normale’ per arrivare a fare questo mestiere credo che sia encomiabile”. E se è forte la preoccupazione per il fatto che il ventunenne, dopo il successo sul piccolo schermo, possa sentirsi già ‘arrivato’, Cracco assicura: “Farà esattamente quello che fanno gli altri ragazzi che arrivano in cucina e che cominciano da zero”.

Ma le polemiche, dopo lo spoiler di Striscia La Notizia e le insinuazioni sul passato professionale proprio di Nicolò, non si placano. E stavolta si tratta di una battaglia tra stelle: le critiche al programma arrivano infatti da un altro grande chef, Gianfranco Vissani, che ha affermato che la cucina sia “fatica, la tv solo spettacolo”. Accuse rispedite direttamente al mittente dallo stesso Cracco: “Il nostro problema principale è che siamo un po’ provinciali – spiega lo chef – e soprattutto i colleghi hanno la memoria corta, perché anche Marchesi (Gualtiero, ndr) ha detto la stessa cosa, ma lui, ancora prima di Vissani, era in televisione, solo che non ha funzionato. Il problema è avere memoria su quello che è stato fatto, poi che Masterchef sia criticabile – specifica – ci mancherebbe”.

Lo chef smentisce poi le voci di un suo abbandono del cooking game dopo l’annuncio dell’arrivo di un altro giudice, Antonino Cannavacciuolo. “Che faccio mollo? – è la replica -. Mai”. Nonostante gli attacchi, Masterchef resta un programma molto seguito e amato. La conferma arriva dallo stesso pubblico, che non solo ha premiato lo show con ascolti molto alti, ma ha anche affollato la libreria romana per incontrare Cracco e alcuni dei concorrenti. Il giudizio è unanime: Masterchef piace perché dà l’idea che tutti, con facilità, possano creare piatti da cucina stellata. “L’inizio di Masterchef è stato molto faticoso, a livello personale. Il mondo della televisione è un mondo violento, non è un mondo facile, che ti accoglie. Anche la cucina non è semplice, però se entri in cucina è perché hai i numeri, in tv non è sempre così, l’importante è che vada bene. I primi giorni facevo telefonate dicendo: ‘a me sembra una gran stronzata, non mi trovo bene, mi sembrano tutti matti e io voglio andarmene‘. La trasmissione è cambiata quando è finita la selezione e siamo entrati in cucina. Ma è normale, perché poi io faccio il cuoco, non faccio il conduttore televisivo, per me è un hobby, ma stare in tv è difficile. Quando ti adegui, ti ingloba e diventi uno di loro. Io, mio malgrado, sono diventato uno di loro”.