Dimissioni in blocco, dossier inviati alla magistratura e qualche lacrima. Dopo l’arresto di Roberto Helg, “beccato” mentre intascava una tangente da centomila euro, non si placano le polemiche all’interno della Camera di Commercio di Palermo. “Helg aveva due aziende fallite eppure era presidente della Camera di Commercio, ma si sapeva da tempo, perché se ne parla solo ora?”, chiede Alessandro Albanese, vice presidente della Camera di Commercio e leader degli industriali palermitani- “Noi di Confindustria – continua – non accettiamo il possibile commissariamento e oggi ci dimettiamo in blocco”. Un clima molto teso quello che si respira nella sede di Confindustria, con alcuni componenti della Camera di Commercio che scoppiano quasi in lacrime, dopo le accuse lanciate dal governatore Rosario Crocetta. In più, nei cassetti degli uffici del Presidente, proprio dove Helg intascò la mazzetta dal pasticcere Santi Palazzolo, i componenti dimissionari della Camera di Commercio hanno raccontato di aver trovato alcuni dossier. “Diverse carte che abbiamo consegnato alla magistratura”, spiegano. Tra i dimissionari c’è anche Giuseppe Todaro, responsabile legalità di Confindustria Palermo, che a dicembre era entrato in polemica con Helg. “Nel centro di Palermo nove commercianti su dieci pagano ancora il pizzo”, aveva detto, mentre Helg lo aveva smentito seccamente. “Certo – dice ora Todaro – non potevo immaginare che era anche lui tra quelli che facevano le estorsioni”. E dopo che anche il presidente degli industriali siciliani Antonello Montante è finito indagato per concorso esterno a Cosa Nostra, Todaro si esprime anche sul rischio dei professionisti dell’antimafia, che agitano lo spettro della legalità soltanto per fare carriera. “Neanche io riesco a capire dove sia il bianco e dove sia il nero” di Giuseppe Pipitone e Pietro Giammona