Rispetto a dicembre, l'indebitamento dello Stato è salito di 31 miliardi. Il picco di 2.168 miliardi è stato raggiunto nel luglio dello scorso anno. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha ricordato che dal 2016 il Paese, uscito dalla recessione, dovrà ridurlo dello 0,5% l'anno
Il debito pubblico a gennaio è aumentato di 31 miliardi, salendo a 2.165,9 miliardi, molto vicino al massimo storico di 2.167,7 miliardi registrato a luglio del 2014. Lo comunica Bankitalia nel supplemento “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”. L’incremento è dovuto all’aumento di 36,3 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro, pari a fine gennaio a 82,6 miliardi contro i 46,3 di dicembre del 2014, solo in parte compensato dall’avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (4,6 miliardi) e dall’effetto complessivo dell’emissione di titoli sopra la pari, del deprezzamento dell’euro e degli effetti della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione (0,7 miliardi). Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state, in gennaio, di 31,3 miliardi, in lieve aumento rispetto allo stesso mese del 2014 quando si erano fermate a 31.
Mercoledì il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un’audizione in Senato ha ricordato che l’Italia dal 2016 dovrà tornare a ridurre il debito dello 0,5% l’anno, e non più dello 0,25 “concesso” da Bruxelles per il 2015 in considerazione di circostanze eccezionali come la prolungata recessione. Di conseguenza, ha detto, “non deve allentarsi lo sforzo di riforma strutturale”, perché “quello sarà il criterio in base al quale poter ottenere, anche nel 2016 e negli anni successivi, un giudizio positivo da parte della Commissione europea” sulle prossime leggi di Stabilità.