Arriveranno a Roma, dicono, ma prima colpiranno gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito: sono i prossimi Paesi che i miliziani dello Stato Islamico dicono di voler colpire. “Se l’Occidente e gli Stati Uniti vogliono le roccaforti dell’Isis, l’Isis vuole Parigi, Roma e l’Andalusia, dopo aver fatto esplodere la Casa Bianca, il Big Ben e la Torre Eiffel”: parola di Abu Muhammad al-Adnani, colui che viene indicato come il portavoce del Califfato. Quello che è uno dei più stretti consiglieri del califfo Al Baghdadi dopo alcune settimane di silenzio si rifà vivo con un nuovo audio-messaggio, scovato ancora una volta da Site Intelligence Group, il sito che monitora l’attivita online e sui social media dei più pericolosi gruppi jihadisti.
Al di là delle solite minacce, la macchina della propaganda dell’Isis sembra avere un duplice fondamentale scopo. Prima di tutto cercare di confermare agli occhi del mondo l’alleanza col gruppo terroristico nigeriano di Boko Haram, lodando i suoi vertici per l’impegno preso di combattere al fianco dell’Isis. Un impegno di cui alcuni esperti occidentali non sono sicuri, continuando a lavorare per verificare la veridicità delle dichiarazioni trapelate nei giorni scorsi dalla Nigeria. I responsabili dello stato islamico però sanno benissimo quanto temuto sia in Occidente lo scenario di tutti i gruppi dell’estremismo islamico uniti per la guerra santa. A partire dall’alleanza più o meno in campo con molti gruppi legati ad Al Qaeda, dalla penisola arabica alla Libia, passando per il gruppo Khorasan che opera in Siria.
Il secondo obiettivo del nuovo audio-messaggio è quello di smentire le notizie degli ultimi giorni secondo cui l’Isis starebbe arretrando, perdendo terreno. Soprattutto in Iraq, dove la controffensiva delle truppe locali sarebbe molto vicina alla riconquista della cità simbolo di Tikrit (quella originaria di Saddam Houssein). “Si tratta di report esagerati”, afferma al-Adnani, forse anche nel tentativo di spronare i propri militanti a non cedere, e a restare uniti di fronte alle crepe che si starebbero registrando all’interno dell’Isis.
Nel messaggio poi ci sono le ormai tristemente note invettive. Non solo quelle contro Parigi, Roma, Londra e Washington. Ma anche minacce a tutti gli ebrei e i cristiani del mondo. Così come nel precedente messagio del 26 gennaio scorso il portavoce dell’Isis aveva lanciato un appello a tutti i “lupi solitari” perché entrino in azione in Occidente.