Di giorno dirigente di una multinazionale, di notte dj: la storia di Michele ‘Mike’ Marchesan
Sono sempre di più i professionisti che scelgono, come 'seconda professione', quella di disc jokey. Lorenza gestisce un negozio di arredamento, di giorno, e si scatena alla consolle, di notte: "La gestione del negozio è un lavoro impegnativo e stancante. Ma quando la sera mi cospargo di piume e paillettes e salgo in consolle, mi trasformo nell'eroina che è in me", ha detto a FQ Magazine
Fare il dj è da tempo diventato una moda, un qualcosa che è “cool” e gli esempi saliti alla ribalta delle cronache sono innumerevoli, in Italia e nel mondo. Da la ricca ereditiera Paris Hilton agli attori Michelle Rodriguez (Avatar) e Elijah Wood (Frodo de Il Signore degli anelli), dall’ex-bomber Gianni Comandini all’ex-nuotatore Leonardo Tumiotto, fino ai tanti protagonisti di reality televisivi nostrani, come Catrina Davies, Tommy Vee ed Andrea Montovoli, l’attuale “naufrago” della nuova edizione dell’Isola dei Famosi. Ma se per alcuni di loro è diventata una nuova redditizia professione, dal successo internazionale meritato, per tanti altri meno noti mettersi alla consolle è diventata occasione di trasformare un hobby in una seconda entrata o in un modo per liberarsi dallo stress diurno. Ecco la storia di alcuni di loro.
Michele “Mike” Marchesan, italiano residente negli USA, è attualmente dirigente di una multinazionale americana leader nel settore delle tecnologie di stampa 3D. Laureato in economia e commercio alla “Cà Foscari” di Venezia, ha percorso una carriera di responsabilità commerciali su scala prima europea poi mondiale, che lo ha portato a ricoprire l’attuale la carica di Chief Revenue Officer di 3D Systems. Anglofilo e testimone sensibile del suo tempo anche in veste di artista visuale (sul suo account Facebook cura le rassegne fotografiche “Occasional travelmates”, “Americana” e “The world in motion”), è un appassionato di musica punk attento alle evoluzioni delle altre varie tendenze e col nome d’arte di “dj Mike Rhess” ha suonato in Italia e in diversi club del mondo (Londra, Madrid, Tokyo, Hong Kong), proponendo soprattutto selezioni di “elettronica anaffettiva e remix emozionali” (genere electro, deep house & nu-disco) senza mai scordare l’imprinting new wave. Com’è nata la sua passione per la musica? Michele ci ha raccontato che colleziona dischi dal 1977 e che già due anni dopo cominciò a fare un programma in una radio privata, uno dei primi in Italia a proporre musica punk e new-wave. Tutto e’ nato da li. Dopo qualche anno di pausa, ci racconta che “ mi chiesero quasi per scherzo, in puro stile “High Fidelity” di Nick Hornby, di suonare in un posto”. Da quel momento nacquero una serie di situazioni che culminarono in “Excuse Me“, la club night che lo portò a suonare in molti locali in Italia (come lo Shindy a Bassano del Grappa, che è un po’ la sua casa) e all’estero. Ricorda con maggior affetto il 43 Feet East a Londra, il Fab Café a Shibuya Tokyo, il Play a Hong Kong e il Nasty a Madrid. Tra i dj che più gli piacciono ci sono Sasha, John Digweed, Jerry Bouthier e Gildas e ci rivela, citando Baudelaire, “La musica mi solleva come un mare”. Quando sono dietro la consolle tutto il resto scompare e sento solo l’energia della musica e della gente che balla, è una sensazione che mi lascia esausto e felice; sono letteralmente dei momenti di beatitudine.”
Lorenza Rossi, milanese laureata in statale è socia del DBLiving, un negozio di design o meglio uno spazio-galleria su due livelli in via Vittor Pisani 6, e passa dal selezionare, durante il giorno, originali accessori per la casa e il tempo libero di forme e materiali sempre nuovi al ricercare, a selezionare e proporre tracce soprattutto pop, dance e revival ‘70/’80 ma anche electroswing, disco dance e commerciale. “Ma non disdegno alcun tipo di musica, purché mi dia emozioni.” ci dice Lorenza “Amo la musica da sempre ed amo condividerla con chi mi è intorno. Adoro ad esempio Ibiza perchè è ”un’isola con la colonna sonora”. Come per molti ha iniziato per gioco quindici anni fa a condividere la sua musica alle feste di amici che le hanno cominciato a chiederle di suonare sempre più spesso ai loro eventi, ai loro party e ai loro matrimoni. “Ed ora eccomi con immensa soddisfazione in consolle. Una seconda professione che ho capito di poter intraprendere quando ho realizzato che riuscivo a trasmettere il mio entusiasmo anche agli altri e quando ho intuito che il mio divertimento (fine a se stesso) ed il lavoro (quello vero, per guadagnarsi la pagnotta) potevano meravigliosamente coincidere! La gestione del negozio è un lavoro impegnativo e stancante. Ma quando la sera mi cospargo di piume e paillettes e salgo in consolle, mi trasformo nell’eroina che è in me! Quando poi mi accorgo che la gente si diverte, balla, ride, suda e alla fine mi ringrazia, ecco mi sento appagata e ripagata di tutte le mie fatiche quotidiane. E l’adrenalina dura per giorni… diciamo che per me è una droga, ma una droga che fa un gran bene alla salute.” Ma Lorenza, in arte dj Princy, ultimamente collabora anche con la vulcanica sorella Ludovica, di giorno impiegata del Consiglio della Regione Lombardia” e nel tempo libero (la sera e nei weekend) organizzatrice di degustazioni e aperitivi danzanti dove propone principalmente piccole aziende vinicole e vini autoctoni italiani. Anche per Ludovica, quindi, una passione, quella per il vino, che si è trasformata in una seconda appagante professione.
Altra storia quella di Giacomo Valdameri, attore professionista (diplomato al CTA di Milano e successivamente nel 2007 a Londra) da ormai più di un decennio, vanta una carriera che tocca quasi tutti i campi della recitazione, dal teatro al cinema, televisione e spot pubblicitari sia in Italia che all’estero. La sua passione per la consolle “quindi per la musica house” ci dice “nasce ancora prima della recitazione, nei primi anni ’90, quando da ragazzino andavo alle feste che si organizzavano un in tutta Italia, e la musica house era ancora agli albori nel nostro paese”. Poi ha scoperto la recitazione che ha un po’ catalizzato la sua attenzione. Negli ultimi anni però, dopo essersi stabilizzato come attore lavorando prevalentemente di giorno, ha voluto sostituire il teatro con la consolle e quindi impegnare le sue serate suonando in diversi locali con lo pseudonimo di dj Valda: dal Jazz Cafè a Milano nel quale sono resident la domenica sera, al Diana Sheraton, allo Shu, al Top Town, al Caffè Letterario a Roma, allo Stonewall ed al Columbia a Sydney, allo X-Tra a LLoret De Mar in Spagna, ad eventi per noti stilisti, a festival musicali, a Londra allo Sketch e molti altri. “Possiamo considerarla una “seconda professione” certo, ma io credo che, nel mio caso, sia solo un forma di espressione artistica diversa, quindi rimaniamo sempre nello stesso campo, l’arte”. La musica che propone è essenzialmente house, nei sottogeneri deep, soulful, nu disco, jackin, tech ma ama molto le influenze jazz e disco e definendosi “un esploratore di generi” si appassiona anche con la broken beat, la garage inglese, il funky breaks fino a generi meno conosciuti quali la liquid drum’n’bass, la chillstep, la psy chill oltre agli intramontabili acid jazz e funk. I dj che che maggiormente lo ispirano “più per le loro produzioni che per i loro set” sono Kerri Chandler, considerato l’inventore della Deep House, Louie Vega, Ralf Gum, Black Coffee, Detroit Swindle, i nostri Leo Mas, Ralf e molti altri.