“Quando le grandi opere attuano delle trasformazioni profonde nell’ambiente è lecito o no, in un sistema democratico, scavalcare totalmente le popolazioni?”. Questo è il tema centrale trattato a Torino, durante la riunione del Tribunale Permanente dei Popoli (è un comitato internazionale di giuristi e docenti universitari che fornisce “opinioni” su casi di violazioni dei diritti umani e civili), interpellato per la realizzazioni delle grandi opere sul territorio, partendo dal caso Tav in Val di Susa. “L’accusa – spiega Livio Pepino, uno tra i promotori – è di violazione dei diritti fondamentali di un’intera comunità”. Dopo aver sentito le varie parti in causa, il tribunale – che non ha valore istituzionale ma solo d’opinione –  pronuncerà la propria sentenza intorno a settembre  di Stefano Bertolino e Francesco Moroni Spidalieri
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