Dopo le proteste alla fine ce l’hanno fatta. A Torino gli studenti della laurea triennale in “Scienze internazionali per lo sviluppo e la cooperazione” sono riusciti a salvare le lezioni di diritto costituzionale comparato che rischiava di essere annullato. Mercoledì il consiglio del corso di studi ha deciso di mantenere l’insegnamento anche per gli iscritti al prossimo triennio, anche se – viste le difficoltà del dipartimento “Culture, politica e società” (l’ex facoltà di Scienze politiche fondata da Norberto Bobbio) – avrà meno ore e meno crediti formativi, nove anziché dodici.

La decisione è arrivata dopo alcune settimane di mobilitazione degli studenti: “Nessuno di noi voleva abolire quel corso – spiega il presidente Egidio Dansero -. Era una condizione provocata dalla nuova organizzazione e da vincoli ‘finanziari’. Ci siamo confrontati con i colleghi, abbiamo sentito gli studenti e abbiamo trovato una soluzione che riduce di poco il valore del corso. Lo abbiamo messo al secondo anno, quando ci saranno meno studenti, ma più preparati”. Per Dansero “è un segnale concreto, rivolto non solo agli studenti, ma anche all’ateneo per avere regole più strutturate e maggiore collaborazione dei dipartimenti”.

Il consiglio del corso di laurea ha pure preso atto della disponibilità di Jörg Luther, professore ordinario dell’Università del Piemonte Orientale: “Da quest’anno tengo quelle lezioni perché non si era trovato nessuno disposto a farlo. Ho dato la mia disponibilità pure per il prossimo anno – racconta il giurista tedesco -. Il dipartimento rischiava di rimanere senza docente e si rischiava l’eliminazione dell’insegnamento dal piano di studi e io ho cercato di salvarlo perché sono legato a quest’università e ai miei predecessori”. Secondo Luther insegnare diritto costituzionale italiano e comparato è fondamentale: “Serve a capire le basi del diritto e della politica, non solo in Italia, ma anche nel mondo. Aiuta molto nella costruzione di relazione internazionali. Questa materia offre una competenza chiave agli studenti”. Una materia utile a comprendere anche la democrazia: per questo martedì mattina il professore ha tenuto un incontro con gli studenti su un tema d’attualità. “È stato un incontro per fornire agli studenti gli strumenti culturali per capire le riforme costituzionali in corso di approvazione e per fornire delle risposte alle domande dei ragazzi”.

Per molti studenti il risultato ottenuto mercoledì al consiglio è positivo: “Se non ci fossero state le proteste e le assemblee degli studenti il risultato sarebbe stato molto diverso – afferma Maria Gargano, componente del collettivo “Bonobo” e rappresentante degli studenti -. Avere questo corso da nove crediti al secondo anno è un passo avanti, ma non è soddisfacente. Monitoreremo e cercheremo di tornare all’insegnamento da 12 crediti nei prossimi anni”. Qualcuno resta scettico, come Stefano Lo Russo, altro rappresentante degli studenti: “Questo insegnamento non sarà più un esame di base. Questo è un modo per posticipare la decisione. Bisognerà vedere se l’anno prossimo ci saranno le coperture per il corso che si terrà tra due anni”.

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