Prima il servizio fotografico con la moglie Danae Stratou su una terrazza con vista sull’Acropoli. Poi, davanti alle critiche anche pesanti ricevute sul web, la marcia indietro. Come se l’idea di posare per le pagine del patinato Paris Match non fosse stata sua. Il ministro greco delle Finanze greco Yanis Varoufakis, in questi giorni a Cernobbio per il Forum Ambrosetti, ha detto alla tv greca che avrebbe preferito che quelle immagini “non fossero esistite”. E lamentandosi per l’articolo che accompagna le foto, “non positivo” per la Grecia.
#Varoufakis, casa con vista sul Partenone http://t.co/35lCYbZsoa pic.twitter.com/ZlXRzhSIhz
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) 13 Marzo 2015
Oggetto degli attacchi che si sono moltiplicati su Twitter è, appunto, un servizio pubblicato venerdì dalla rivista francese, apparso a molti fuori luogo. L’economista ellenico si è infatti fatto immortalare mentre fa in colazione e abbraccia la moglie su un terrazzo dietro il quale campeggia il Partenone, legge un tomo di economia nell’elegante salotto di casa, suona il pianoforte. Scene da Dolce vita inopportune per uno degli uomini chiave del governo di sinistra radicale di Alexis Tsipras. Colui che in queste settimane sta trattando con i creditori europei sul programma di assistenza finanziaria di cui il Paese ha ancora assoluto bisogno. Per di più i tabloid greci hanno calcolato che in 30 giorni Varoufakis ha concesso oltre 40 interviste ai media di tutto il mondo, una sovraesposizione mediatica che stride con l’urgenza di risolvere quella che Varoufakis stesso ha definito “una emergenza umanitaria“. E anche in seno al governo pare ci siano stati mugugni per le ultime foto. Tanto che si sono anche diffuse indiscrezioni su una sua possibile sostituzione.
Δεν θα το πιστέψετε, αλλά το βιβλίο που κρατάει και διαβάζει ο Ι. Βαρουφάκης στη φωτογραφία, το έχει γράψει ο ίδιος! pic.twitter.com/2YYyqPA3fo — vassilis nedos (@NedosVassilis) 13 Marzo 2015
“Sono aperto alle critiche”, ha detto domenica l’economista. Smentendo però incomprensioni con Tsipras e negando che il premier voglia esautorarlo per mettere al suo posto qualcuno più diplomatico e meno incline alle sparate polemiche. Ultima in ordine di tempo quella contro la Bce di Mario Draghi, il cui statuto sarebbe stato “scritto dalla Bundesbank“.