Le ultime elezioni avrebbero dovuto esserci cinque anni fa, ma sono state rinviate. Il 17 aprile prossimo si torna alle urne e gli emigrati italiani hanno tempo fino al 18 marzo per iscriversi alle liste elettorali. Il progetto "Rinnovacomites": "Da 20 anni i comitati sono stati presidio delle stesse persone"
Quando cinque anni fa ci sarebbero dovute essere le elezioni per il rinnovo, semplicemente sono state rinviate. Così i Com.It.Es, gli organi di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le istituzioni diplomatico consolari, sono in carica da dieci anni. Sono strutture che potrebbero risultare utili per gli oltre 4 milioni di italiani che, secondo, l’Aire, vivono nel mondo ma la loro azione, spesso per problemi di scarsa organizzazione e inefficienza, è caratterizzata da notevoli criticità. Finalmente, dopo rinvii e polemiche, il prossimo 17 aprile, gli italiani all’estero voteranno per i loro nuovi rappresentanti. Le elezioni sono previste per il 17 aprile 2015, quando in ogni circoscrizione consolare in cui risiedono più di 3500 italiani verranno scelti 12 o 18 membri (a seconda che si superi o meno i 100mila italiani residenti). Per poterlo fare è necessario registrarsi.
Esistono ma in pochi lo sanno e soprattutto in pochi credono nella reale capacità di incidere sulla politica. Ora le elezioni, finalmente indette dopo anni di ritardo, potrebbero dare un nuovo impulso alla struttura. Sono 130 i Com.It.Es chiamati a rinnovarsi e per ognuno sono diverse le liste in corsa. Tra le novità il progetto Rinnovacomites: otto diverse liste di sei nazioni europee differenti (Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Lussemburgo e Svizzera) hanno deciso di unirsi e fare rete. “All’interno dei Com.It.Es – spiega Flavio Venturelli, 38 anni, ricercatore da oltre 10 anni a Karlsruhe (Germania) e candidato per Rinnovacomites – il problema principale è legato alla mancanza di rinnovamento. Sono anni che questi organi, che da oltre 20 anni sono elettivi, sono presidio delle stesse persone, spesso diventando anche luoghi di concentrazione di interessi specifici. Per ragioni che non conosciamo poi, le ultime elezioni, che si dovevano tenere 5 anni fa, non ci sono state. Per non parlare del fatto che la scarsa organizzazione porta spesso le persone a credere che istituzioni del genere non servano a nulla o le porti semplicemente a non essere conosciute, mentre sono molto importanti”.
Ma quali sono le funzioni di questi organismi? In sostanza si occupano, attraverso chi viene eletto (si tratta di una carica di 5 anni svolta su base volontaria), di rappresentare un ponte tra le esigenze dei connazionali emigrati e chi li rappresenta sul territorio. Un esempio concreto? Individuano le difficoltà incontrate dagli studenti italiani nelle scuole straniere e segnalano associazioni presenti sul territorio che possano fornire insegnanti di sostegno finanziati dal consolato. O preparano la guida per i nuovi immigrati. Tutti servizi che integrano quelli dei consolati, spesso carenti sul fronte pratico.
Tra le varie liste, “Rinnovacomites” vuole puntare su trasparenza e rinnovamento della struttura generale. “Gli italiani che risiedono in un Paese”, continua Venturelli, “molte volte non sono consapevoli dei propri diritti e delle possibilità offerte loro in quella nazione”. Il progetto è nato dalla “comune esigenza di risolvere problemi che nelle varie circoscrizioni erano simili, come, per esempio, quello degli italiani che necessitano di un sostegno perché arrivano in un Paese senza conoscerne la lingua. Ma ciò che è veramente importante è che i Com.It.Es rispondono anche alle esigenze delle nuove generazioni di emigranti italiani, che sono sempre di più e hanno bisogni diversi rispetto al passato”.