I fan di Freddie Mercury e soci dovranno affrettarsi perché il leggendario live canadese del 1981, il primo interamente girato in 35mm, sarà al cinema soltanto per tre giorni. Un’ora e trentacinque di musica. Pura esibizione senza backstage e divagazioni rimasterizzato nel formato digitale più definito per un’esperienza cinematografica tale da interrogarsi sull’inutilità di una poltrona
Un cadeau senza precedenti che si potrà scartare dal 16 al 18 marzo al cinema. I Queen tornano sul grande schermo grazie a Microcinema con un altro live storico: Queen Live Montreal. Si parte con We Will Rock You in una fast version d’apertura tra progressive, rock’n’roll e venature di hard rock che in quegli anni era nella sua versione classica anche la chiusura di ogni live. Soltanto qualche anno dopo sarebbe stata We Are The Champions ad avere l’investitura a saluto finale per il pubblico. Freddie Mercury nei suoi anni d’oro non si risparmia, e quando prende fiato ci pensa Roger Taylor a sorreggerlo vocalmente. A proposito, trascinante il suo assolo vocale in I’m In Love With My Car dove Mercury è “soltanto” pianista. Alla faccia di chi dice che i Queen erano solo Freddie.
È nella dimensione live che il gruppo viene fuori come una creatura unica e articolata dove il bassista John Deacon non è un semplice gregario, ma la solida linea ritmica e armonica a quattro corde. Irrinunciabile. E non sempre ricordato come l’autore di Another One Bites The Dust: un omaggio alle potenzialità del suo strumento. Brian May, oltre che fondamentale autore di moltissimi brani del gruppo, produce con la sua chitarra vere e proprie cattedrali di suoni nei suoi assoli. E piccola curiosità, il ritratto in primo piano di Taylor sulla batteria sarà citato in versione scanzonata e affettuosa anche dalla copertina dell’album Craccracriccrecr di Elio e le Storie Tese nel 1999. Del resto pop nell’accezione più artistica del termine lo era anche lo stesso Mercury, qui tra i primi a sfoggiare una T-shirt con lo stemma di Superman.
Guardando questo live preso da The Game, l’album pubblicato nell’80 e anello di congiunzione tra due decenni del rock targato Queen, sembrano lontani anni luce i tempi dei grandi concerti come questo, senza schermi giganti o effetti speciali. Fanno nostalgica tenerezza i cavi d’alimentazione a molla che Deacon e May si trascinano per il palco. E i primi timidi effetti electro con il synth a produrre sonorità da Atari oggi sembrano una sciocchezza, ma a quei tempi erano piccole grandi rivoluzioni sonore di un rock che stava mutando. Oggi un nonnulla tecnico rispetto a una rimasterizzazione in 2K che esalta la splendida grana del 35mm all’ennesima potenza sbriciolando lo schermo, mentre il Surround 5.1 regala una pulizia audio magnifica. Sembra di essere lì, seduti vicino a quel ragazzo baffuto e geniale che tra una strofa e l’altra di Play The Game sorseggia la sua 0.4 di Heineken poggiata sul pianoforte. Una rinfrescata e riprende a ruggire come se nulla fosse, quasi baciando il microfono, in una performance canora che lascia di stucco al solo pensare a quello che oggi troppa TV vuole costringerci ad ascoltare, convincendo i più a prendere troppe cose inutili per buone.
Dalle facce stralunate e coinvolte del pubblico canadese alle gocce di sudore in alta definizione, tutto il resto è la musica di una delle band più grandi di sempre in una veste unica e imperdibile per chi ama il rock. L’unico difetto del fruirlo al cinema è che tanto di quel ritmo fa venire voglia di viverselo in piedi, pronti a tutto come su un parterre. Ma si può sopravvivere, a patto che il volume sfori un po’ verso l’alto – tanto la definizione lo permette – per superare la dimensione acustica di una sala cinema, catapultandosi così in quella assordante di un vero live.
Non fatevi commuovere dal fatto che il concerto si svolse il 24 novembre 1981, esattamente 10 anni prima della morte di Freddie. Godetevi solo la musica. E ricordate di chiedere prima al vostro cinema di fiducia di alzare il volume: ne varrà la pena.