Il procuratore capo di Milano su SkyTg24 è intervenuto in merito al processo Berlusconi: "Le motivazioni della sentenza d’appello, e vedremo quelle della Cassazione, dimostrano come l’indagine fosse doverosa. Il costo dell’indagine è stato di 66mila euro, e l’uso delle intercettazioni è stato limitatissimo”
“Attacchi vergognosi”. Il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati su SkyTg24 difende Ilda Boccassini. “E’ stata attaccata in modo spesso vergognoso la collega”, ha detto a “L’intervista di Maria Latella”, “dimenticando che a lei e ai suoi collaboratori della Dda di Milano si devono alcune delle indagini più importanti fatte sulla ‘ndrangheta. Con efficienza straordinaria in 4 anni i procedimenti più importanti sono arrivati a sentenza definitiva”.
Il riferimento è alle critiche ricevute dal procuratore aggiunto di Milano durante il processo a Silvio Berlusconi. “Proprio le motivazioni della sentenza d’appello, e vedremo quelle della Cassazione, dimostrano come l’indagine fosse doverosa”. Bruti ha sottolineato che il costo dell’indagine è stato di 66mila euro, e l’uso delle intercettazioni è stato “limitatissimo, quanto un’indagine per piccolo spaccio”.
Il procuratore è anche intervenuto sul disegno di legge anticorruzione presentato dal presidente del Senato Piero Grasso e ancora in discussione in Parlamento. “Il tema della prescrizione non è eludibile”, ha detto. “I problemi vanno aggrediti nel loro complesso”. Si va dal falso in bilancio, modo in cui, secondo Bruti, si crea il nero per le tangenti ed è importante la questione della prescrizione. “Il disegno di legge Grasso affronta una serie di problemi che vanno aggrediti tutti: l’eventuale aggiustamento di alcune norme sulla corruzione prevista dalle legge Severino, il problema della prescrizione, che incide particolarmente sui casi di corruzione, il problema della repressione penale del falso in bilancio che è lo strumento attraverso il quale si creano le provviste di nero utilizzate per la corruzione. Il tema della prescrizione si può affrontare in modo molto semplice, scandendo le fasi processuali in modo da impedire che i ritardi di una fase si ripercuotano sull’altra: un tempo per il processo di primo grado, un tempo per il processo d’appello, un tempo per il processo in Cassazione”.