Da quattro giorni nessuno ha più sue notizie. Giovedì 12 marzo, dopo aver ucciso l’ex moglie con quindici coltellate, Marco Quarta ha fatto perdere ogni traccia. I carabinieri del reparto operativo – comandati dal maggiore Giovanni Cuccurullo e coordinati dal procuratore capo Giuseppe Amato – continuano a dargli la caccia: battono ogni angolo e bosco intorno a Zivignagoo di Pergine Valsugana (Trento), e hanno esteso la segnalazione di ricerca in tutta Italia e all’estero. Non escludono che il 40enne – che aveva il divieto di avvicinamento alla famiglia – si sia suicidato o sia riuscito a fuggire oltre il confine, forse in Austria. Ma c’è un’altra ipotesi – come riporta l’Adige: Quarta si nasconderebbe non lontano da Zivignago. Con sé avrebbe tutto il necessario per sopravvivere a lungo in un luogo isolato: cibo, bottiglie d’acqua, coperte, abbigliamento pesante e un grosso zaino con il quale è stato immortalato da una telecamere di sicurezza a Sant’Orsola prima dell’omicidio. Sentendosi braccato, potrebbe riapparire per uccidere i due figli: la piccola di 4 anni e il maschietto di 7. E chiudere definitivamente i conti.

I bambini adesso sono con i nonni, sotto scorta. Giovedì sera verso le 20 e 30 stavano rientrando nel maso ristrutturato nella parte alta della frazione di Zivignago che domina la piana di Pergine. Insieme a loro la mamma, Carmela Morlino 36 anni. Ad aspettarli davanti alla porta trovano il papà. Carmela fa in tempo ad affidarli alla vicina, che si è affacciata per capire cosa stesse succedendo. Carmela forse lo ha immaginato subito. Marco glielo aveva già detto lo scorso agosto quando lei presentò la denuncia per maltrattamenti in famiglia: “Ti ammazzo e poi la faccio finita”. Lei rimane lo stesso sola con lui che la insulta e poi le salta addosso con i suoi 100 chili di peso, il 1 e 98 di altezza, e un coltellaccio da cucina seghettato dalla lama lunga 20 centimetri in mano, poi ritrovato in un prato. Carmela urla. Si difende. Una vicina vede. Chiama il marito che esce di casa, si avvicina a Quarta e riesce a strappargli il coltello insanguinato. Quarta scappa a piedi, forse verso la Dacia Duster marrone (con portapacchi e targa EL927EY), con cui era arrivato per uccidere. Carmela è già morta. I bambini capiscono subito cosa è appena andato in scena.

Proprio per loro Carmela ad agosto aveva denunciato il marito, proprietario di un’agenzia immobiliare a Trento, originario di Novara, in Trentino fin dai tempi dell’università. Erano sposati dal 2012. In paese vivevano da pochi anni. Una presenza silenziosa, la loro. Nessuno si ricorda bene di quella coppia: un saluto per strada, la messa nella parrocchia Madonna di Loreto, quel gigante di quasi due metri forse un po’ schivo, sì, ma niente di più. Tutto precipita lo scorso anno. Carmela cerca di tagliare i ponti con il marito, ma non divorzia legalmente. L’ossessione di Quarta per i figli è diventata insopportabile. Non gli mette le mani addosso, ma li tormenta psicologicamente. Vuole che siano migliori degli altri. Li spinge a essere più forti, più coraggiosi, più violenti. E’ soprattutto il maschio, il più grande, a subire le pressioni. Carmela, nata a San Giovanni Rotondo in Puglia, in estate decide di mettere fine a tutto questo. Ma la denuncia non basta a sbattere fuori dalle loro vite l’ex. A settembre contro Quarta scatta la misura cautelare: non può avvicinarsi né alla moglie né ai figli. Si trasferisce in un appartamento a Sant’Orsola Terme. Ma non accetta la decisione di Carmela. E si rifa sotto per quattro volte, cercando di riagganciare i contatti e violando la misura cautelare. A ottobre allora il giudice decide per gli arresti domiciliari che però vengono revocati a febbraio. Rimane solo il divieto di avvicinamento alla famiglia. Ma non basta a evitare l’omicidio di Carmela Morlino che verrà sepolta martedì 17 marzo, dopo i funerali di domani sera nella chiesa di Zivignago.

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