Di sicuro il tema particolarmente toccante coinvolge molto gli spettatori, innescando un meccanismo empatico che ha fatto bene agli ascolti. Cinicamente, potremmo dire che in Braccialetti Rossi c'è una combinazione praticamente infallibile: bambini e adolescenti, gravi malattie, piccole e grandi tragedie
La seconda stagione di Braccialetti Rossi, la fiction di RaiUno che racconta le storie di giovani pazienti oncologici, ha chiuso i battenti con l’ennesimo grande risultato all’Auditel: 6,5 milioni di spettatori, per uno share del 24,1%. Il competitor diretto, la soap acchiappa-ascolti Il segreto su Canale5, si è fermato a 4,2 milioni (15% di share). Un successo innegabile, ormai consolidato dopo la sorpresa della prima stagione, con una fidelizzazione del pubblico che ha dell’incredibile. Basti pensare che gli ascolti dei cinque episodi della seconda stagione hanno ottenuto risultati quasi sempre uguali (dai 6,2 milioni del quarto episodio ai 6,7 del primo). Una forza che ha una sua propaggine importante (e per RaiUno quasi inedita) anche sul web. Sui social network, Twitter in testa, gli hashtag riguardanti “Braccialetti Rossi” spopolano, così come i cinguettii riguardanti i singoli protagonisti della serie.
Sarebbe interessante, però, comprendere i motivi di questo successo clamoroso. Di sicuro il tema particolarmente toccante coinvolge molto gli spettatori, innescando un meccanismo empatico che ha fatto bene agli ascolti. Cinicamente, potremmo dire che in Braccialetti Rossi c’è una combinazione praticamente infallibile: bambini e adolescenti, gravi malattie, piccole e grandi tragedie. Il risultato, soprattutto per il pubblico tradizionale di RaiUno, non poteva che essere positivo.
Braccialetti Rossi, come noto, è la versione italiana di una fiction catalana, tratta dal libro di Albert Espinosa, scrittore e regista spagnolo che sconfitto il cancro dopo una lunga battaglia durata dieci anni. Nonostante ciò, però, a volte la verosimiglianza delle storie raccontate va a farsi benedire, e troppo spesso si stuzzica l’emotività dello spettatore attraverso vicende e scene fin troppo patetiche. Una chiarissima scelta narrativa che alla fine paga, ovviamente, ma che fa riflettere sulla qualità delle fiction italiane e soprattutto sullo scarso coraggio che gli sceneggiatori hanno, prediligendo un approccio fin troppo comodo, perché basato su tematiche che solleticano le emozioni del pubblico.
Ma se in tv ha ragione chi vince, allora c’è davvero poco da discutere: per RaiUno, Braccialetti Rossi rappresenta un prodotto di enorme successo, un vero e proprio brand consolidato che verosimilmente ci trascineremo ancora per qualche anno. Sempre che un improvviso sussulto di coraggiosa creatività non inondi le menti degli sceneggiatori italiani. In fondo basta davvero poco per farsi un’idea di cosa sia la contemporaneità delle serie televisive: basta guardare oltreoceano.