I ricercatori di Stanford insieme ai colleghi canadesi della McGill University sono riusciti a modificare la grandezza delle formiche, ottenendo esemplari molto più piccoli e più grandi di quelli presenti in natura
Altezza, peso, colore della pelle, ma anche intelligenza e predisposizione alle malattie. Si potrà sapere prima della nascita quali saranno i tratti di una persona. E l’aiuto a capire meglio un particolare meccanismo molecolare arriva dalle formiche. Sembra uscito dalle avventure dell’Uomo Formica questo meccanismo che permette di regolare l’altezza di un individuo agendo sul dialogo tra Dna e ambiente.
Studiando gli insetti imenotteri i ricercatori di Stanford insieme ai colleghi canadesi della McGill University hanno svelato un processo (chiamato metilazione) con cui i fattori ambientali alterano chimicamente il Dna accendendo o spegnendo l’espressione dei geni. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, apre scenari fantascientifici degni dei fumetti della Marvel, in cui potranno essere determinati prima della nascita tratti tipici di ciascun individuo.
“Quello che abbiamo scoperto è una sorta di effetto a cascata”, spiega Sebastian Alvarado, tra gli autori dello studio. “Modificando la metilazione di un singolo gene (nel caso delle formiche, il gene per il recettore del fattore della crescita Egfr), possiamo influenzare a cascata tutti gli altri geni coinvolti nella crescita cellulare”.
In questo modo i ricercatori sono riusciti a modificare la grandezza delle formiche, ottenendo esemplari molto più piccoli e più grandi di quelli presenti in natura. “Lo abbiamo fatto con le formiche – aggiunge Alvarado – ma è stato un po’ come scoprire che potremmo creare esseri umani più alti o più bassi”.
L’altezza è uno di questi tratti fisici complessi che varia nella specie umana in maniera graduale e continua, proprio come avviene per l’intelligenza o la predisposizione al cancro. “Se, come pensiamo, questo meccanismo dovesse valere anche per i singoli geni chiave responsabili di queste caratteristiche – conclude il ricercatore Ehab Abouheif – saremmo davanti ad un cambiamento epocale, tanto che sarebbe impossibile immaginare le possibili ricadute in ogni campo di ricerca, dalla salute all’educazione passando per l’allevamento degli animali”.