È malato di Sla dal 1997 e da quel momento Gino Votta ha speso “circa 170mila euro solo in medicine, per potersi curare”, racconta sua moglie Marzia. Gino, che vive a Ponte a Egola, frazione del Comune di San Miniato, in provincia di Pisa, era titolare di una conceria con 15 dipendenti. Un lavoro che amava, ma col peggiorare della malattia tutto è andato a rotoli. E Gino ha perso tutto. Ha contratto debiti con le banche per potersi curare dalla Sla e, alla fine, ha dovuto vendersi anche la casa. Da tempo, con un processo in corso e l’accusa di falsa vendita da parte delle banche, Gino chiede un incontro con la Monte dei Paschi di Siena e la Cr Firenze, per cercare di definire una situazione che ha rovinato la vita a tutta la sua famiglia. Ma nonostante la Sla e la prostrazione dei suoi cari, quell’incontro non c’è ancora stato. “Il processo d’appello è fissato al 2018 – scrive l’imprenditore in una lettera di cui diamo lettura nel video -, ma quanti sono quattro anni per me? Sono anni che chiedo alle banche un incontro per chiudere questo contenzioso, ma non mi hanno mai risposto” di Gianni Rosini
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