Pochi giorni fa è stata pubblicata l’analisi di quasi duemila studi scientifici sugli effetti dell’omeopatia. Il Nhmrc, ente sanitario governativo australiano, ha selezionato gli studi in base alle loro caratteristiche (per esempio quelli che misuravano l’efficacia dell’omeopatia su una precisa malattia o quelli con i metodi di analisi più corretti e questi sono stati alla fine più di 200) ed ha tratto la sua conclusione: l’omeopatia, scientificamente, non è efficace in nessuna delle tante malattie analizzate (dall’allergia all’asma ed al dolore).

Non è chiaramente una novità, sappiamo che in un granulo omeopatico (oltre la dodicesima diluizione) non vi è nessun principio attivo, solo zucchero ed anche se qualcuno potrebbe stupirsi del fatto che esistono in vendita dei prodotti che dicono di contenere qualcosa che in realtà non contengono, è proprio così (avete mai provato ad analizzare un prodotto omeopatico?). La stessa conclusione del Nhmrc è già stata raggiunta da tanti altri studi scientifici, poi dal Parlamento inglese, dal Sistema sanitario nazionale dello stesso paese e gradualmente anche i consumatori stanno prendendo consapevolezza di quanto siano state spesso vittime di pubblicità (scorretta) e finta medicina. Basti pensare che il consumo di omeopatici sia sempre più in calo, chiudono storici ospedali omeopatici (in Inghilterra ad esempio, dove erano un’istituzione) ed aumentano le class action (le denunce di massa) di consumatori che si sono resi conto di aver speso soldi convinti di comprare un farmaco con un principio attivo quando invece in quel prodotto non c’era nulla e le aziende li risarciscono.

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Tutto questo ha (naturalmente) innervosito gli omeopati. Interpellati dai giornali si sono lanciati in improbabili spiegazioni che mostrano come gli argomenti rimasti per difendere questa pratica ottocentesca siano ormai pochi. Come dice la dott.ssa Bernardini (presidente di una società di omeopatia) quando, irritata dai risultati del documento australiano, sostiene: “È incredibile che siano stati presi, non so con quale criterio, 225 studi su migliaia di lavori scientifici che documentano quanto siano efficaci i medicinali omeopatici per diverse patologie”, la dottoressa non sa con quale criterio siano stati scelti gli studi del report semplicemente perché non lo ha letto. I criteri di scelta sono inseriti proprio nella metodologia dello studio (che tecnicamente si chiama “metanalisi”, ovvero l’analisi degli studi scientifici su un determinato argomento).

Tempo fa proposi alla collega un esperimento pubblico: riuscire a distinguere un granulo omeopatico con qualsiasi mezzo a sua scelta da un granulo di zucchero: non mi ha mai risposto. Oppure quando un altro omeopata, il dott. Rossi che sostiene: “Nessun esperto di omeopatia è stato incluso nel lavoro. Tra gli studi scientifici non considerati, cita Rossi, ci sono quelli condotti da Paolo Bellavite dell’Università di Verona, così come tutti quelli molto importanti di Iris Bell negli Stati Uniti o di Claudia Witt in Germania…”. Anche lui dimostra di non aver letto il report australiano, si limita a difendere “a prescindere” il suo lavoro dimostrando di non aver avuto nemmeno l’interesse ad approfondire cosa stava commentando. Nello studio infatti sono compresi ed analizzati diversi studi realizzati da omeopati e ci sono anche i tre citati da Rossi: Bellavite, Bell e  Witt. Bastava leggere. Ma gli omeopati non hanno letto (non oso pensare stiano mentendo) e continuano per la loro strada, dicendo alla gente che una pallina di zucchero che non contiene nessun principio attivo, chissà per quale fenomeno paranormale (i medici britannici hanno definito l’omeopatia “stregoneria”), dovrebbe curare le malattie. Contro la fisica e la chimica, contro gli studi scientifici ed anche contro la ragione.

Le spiegazioni degli omeopati italiani non si discostano da quelle degli altri. Gli australiani per esempio, non hanno trovato altri argomenti se non “gli studi dicono che non funziona ma l’omeopatia è usata da milioni di persone”. Una scusa, evidentemente, altrimenti potrei sostenere con successo che il fumo di sigaretta sia un ottimo modo per stare in salute. Ah! Per chi ama gridare al complotto: qui stiamo parlando degli affari di aziende multinazionali che vendono semplice zucchero a peso d’oro e di studi che mettono in evidenza questa assurdità. Se cercate il “complotto” a tutti i costi, pensate se il complotto convenga all’azienda che vende zucchero come medicina o da chi ve lo fa presente.

A questo punto abbiamo due alternative: o ci affidiamo alla scienza ed abbandoniamo per sempre questa credenza medievale o ci affidiamo alle superstizioni e cominciamo ad inserire astrologia e tarocchi negli ospedali, ci sarà sempre qualche astrologo che sosterrà la tesi del “la usano tante persone”, una scusa che funziona, per il suo conto in banca naturalmente.

Ma per chiudere definitivamente la diatriba forse basterebbe ricordare agli omeopati le parole di Anthony Campbell, omeopata in pensione del Royal London Homeopathic Hospital, editor di Homeopathy (la rivista medica di omeopatia più importante al mondo) che nel suo libro dice: “La mia opinione personale sull’omeopatia è che, se è impossibile dire con certezza che nessun rimedio sia efficace, qualsiasi effetto è piccolo e senza importanza. Almeno la grande maggioranza dei miglioramenti che riportano i pazienti, è dovuta a cause non direttamente collegate […] c’è prova solo di un piccolo effetto e quando un effetto è così piccolo potrebbe anche non esistere […] l’omeopatia può essere forse considerata più come una forma di psicoterapia“.

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