Il fenomeno parziale, in concomitanza con l’equinozio di primavera, potrebbe, infatti, “mettere a rischio l’approvvigionamento energetico europeo, e la possibilità d’incidenti non può essere del tutto esclusa”, secondo un rapporto della rete europea dei gestori di sistemi di trasmissione elettrica Entsoe
Non solo spettacolo nel cielo per l’eclissi di Sole del 20 marzo. Per evitare squilibri nella produzione di energia durante il fenomeno Terna ha disposto il distacco per 24 ore di tutti gli impianti eolici e fotovoltaici da 100 o più kilowatt. L’eclissi parziale, in concomitanza con l’equinozio di primavera, potrebbe, infatti, “mettere a rischio l’approvvigionamento energetico europeo, e la possibilità d’incidenti non può essere del tutto esclusa”, secondo un rapporto congiunto della rete europea dei gestori di sistemi di trasmissione elettrica Entsoe (leggi l’articolo di Davide Patitucci).
L’Entsoe, la Rete Europea che unisce 41 gestori di rete in 34 paesi, ha previsto in Italia una riduzione del 21% della produzione nel momento di massimo oscuramento e del 50% in Germania per un totale di circa 34 Gigawatt. Nel rapporto stilato il mese scorso dall’agenzia europea si legge che la velocità del calo di produzione potrà superare i 400 Megawatt al minuto, mentre la ripresa sarà ancora più rapida, fino a 700 Megawatt.
L’Entsoe non ha raccomandato il distacco totale degli impianti ma Terna “per evitare problemi di equilibrio delle reti per via della rapida interruzione della produzione dei circa 18 Gigawatt fotovoltaici installati in Italia” ha ordinato lo stop ai titolari degli impianti (una procedura prevista dal Codice di Rete di Trasmissione Nazionale).
Messe da parte le preoccupazioni per chi volesse alzare lo sguardo al cielo, la raccomandazione è quella di non farlo mai ad occhio nudo e neppure con rimedi fai-da-te come le due paia di occhiali da sole sovrapposti o il classico vetrino affumicato: meglio munirsi di un paio di occhiali da saldatore con indice di protezione numero 14, oppure di occhialini che usano materiali (mylar o astrosolar) in grado di proteggere la vista. La stessa raccomandazione vale anche per chi ha intenzione di usare binocoli e telescopi.
Per chi volesse portarsi a casa un ‘pezzetto’ di Sole nero, l’Unione astrofili italiani (Uai) ha stilato un facile vademecum per immortalare il disco solare mentre viene “mangiato” Luna. Dopo aver coperto l’obiettivo della macchina fotografica con il filtro più adeguato, la Uai consiglia di impostare la più grande lunghezza focale possibile (almeno 135 millimetri per avere un disco del Sole apprezzabile), usando alte velocità di scatto per evitare foto mosse. “L’eclissi è un fenomeno che dura piuttosto a lungo – spiegano gli esperti Uai – c’è quindi tutto il tempo per tentare diverse impostazioni degli ISO (la sensibilità del sensore alla luce) e dell’apertura dell’obiettivo alla ricerca delle impostazioni ideali. Mano a mano che l’eclissi avanza occorrerà ridurre i tempi di posa fino a circa la metà durante il massimo, alle ore 10.30 circa”.